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RINCARI DEL BUS

La supercazzola del Pd Roberto Fattori-Mascetti

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La supercazzola del Pd Roberto Fattori -Mascetti

Il mitico conte Mascetti (Ugo Tognazzi)

Se ha un merito, Roberto Fattori, consigliere comunale del Pd, è quello di averci almeno provato, a difendere la delibera del sindaco con cui vengono aumentate esponenzialmente le tariffe del Trasporto pubblico.

Gli altri suo colleghi, di solito molto attivi sui social, tutt'al più hanno scopiazzato il post che Fattori ha pubblicato sulla sua paina Facebook, quando non si sono limitati a mettere direttamente il "mi piace" al suo, magari sperando che tutti, tranne l'interessato, se ne accorgesse.

Per il resto, come dimostra la montagna di insulti e commenti ironici collezionati dal suo intervento, il ragionamento di Fattori sfiora, anzi, supera decisamente la Supercazzola di mascettiana memoria, quel parlare senza senso e per ingannare  l'interlocutore reso celebre da Amici miei dell'indimenticabile Mario Monicelli.

Prima Supercazzolachi usa molto poco il bus non avrà significative conseguenze economiche dall'aumento del prezzo della corsa singola, perché, appunto, pagherà solo 80 centesimi in più, una tantum. E che volete che siano, tutto sommato, 80 centesimi?

Ora, si prenda il caso di un soggetto che prenda l'autobus solo una volta alla settimana, per andare e tornare da qualche parte. E' vero, lì per lì, spendere 4.60 euro, in luogo di 3, potrebbe apparire poca cosa; ma, nel corso dell'anno, anche saltando qualche settimana e calcolandone 45, al nostro passeggero occasionale mancheranno dalle tasche 72 euro, cioè, una cena in meno insieme alla fidanzata, oppure col marito se è donna o, ancora, un paio di pizze con gli amici se si tratta di ragazzi. Altro che aumento ininfluente.

Per non parlare del danno generale all'economia locale, dato che, restando fissa la disponibilità complessiva di soldi da parte dei bolognesi per le spese voluttuarie, quei 72 euro moltiplicati per le decine e decine di migliaia di utenti andranno a formare centinaia e centinaia, se non milioni di euro in meno per tutti gli altri generi di acquisti in beni e servizi. Quei beni e quei servizi che - a differenza del Trasporti pubblico - generano non solo profitto, ma anche reddito, occupazione e finanche proventi da fiscalità, con cui, parzialmente, si finanziano anche li autobus e i tram. 

Ci sono ben altri Fattori, insomma, di cui tenere conto nell'economia, oltre a quelli iscritti al Pd ed eletti in consiglio comunale.

Poi, lo Scappellamento a sinistra: l'aumento del biglietto singolo potrebbe indurre tanti cittadini a comprare il City pass e tanti utenti abituati a comprare il City pass a passare all'abbonamento annuale.

Qui, siamo al ridicolo. E' vero, infatti, che, acquistando un City pass a 19 euro, la corsa costerebbe solo 1.9 uro a fronte del 2.3 per la singola; ma questo già accade oggi, con le tariffe in vigore, che permettono di pagare 1.4 euro a viaggio, invece di 1.5. Certo, il risparmio è apparentemente notevole: 40 centesimi dal 1 di marzo in avanti, rispetto agli attuali 10. Ma resta il fatto che, anche comprando il City pass, dal prossimo mese, la corsa aumenterà di 50 centesimi ed è questa l'unica vera realtà delle cose. Per altro, se il cittadino-utente, per qualche motivo, non ha trovato fino ad adesso conveniente comprare 10 corse per volta, pagando ogni singolo passaggio, perché mai dovrebbe farlo domani è un mistero.

Il passaggio dal City Pass all'abbonamento annuale semplice, quello impersonale, che passa da 330 a 340 euro, è ancor più assurdo e malizioso. Infatti, se si evidenzia che, in questo caso (e solo in questo caso), l'aumento è di un 3 per cento scarso, si potrebbe essere tutti d'accordo.

Diversa è la faccenda, invece, se si vuol far passare per "conveniente" il fatto che un utente, abituato ad acquistare City Pass, per aggirare gli aumenti, si risolva a fare un abbonamento per l'intero anno. Infatti, certamente è conveniente, ma solo in virtù della sproporzione dell'incremento.

Infatti, se prima, al costo di un abbonamento annuale, si acquistavano 24 City Pass, avanzando anche 8 euro, per un totale di 245 corse; dall'1 marzo, se ne potranno acquistare solo 17, avanzano 9 euro, quindi, con la possibilità di fare solo 174 corse.

Dunque, in questo caso sì che il cittadino che aveva la convenienza a distribuire nell'anno la spesa, sarà costretto - non: avrà la possibilità, ma: sarà costretto - a spendere 340 euro in un colpo solo, cioè, quanto meno rimodulando le spese familiari di quel mese -, perché, diversamente, dovrebbe subire un rincaro di 133 euro, quelli necessari a comprare i 7 City Pass necessari a fare le stesse corse dell'anno prima. Costretto, quindi, anche a un esborso iniziale e in un'unica soluzione di 340 euro, pari a un quarto della retribuzione media mensile di un lavoratore di media o bassa fascia, cioè, dell'impiegato o dell'operaio che, di norma, usa l'autobus per andare al lavoro.

Poi, uno dice che si butta a sinistra...

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