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Smog a Bologna, l'allarme dell'AUSL: 753 morti nel 2023

Secondo il rapporto sulla qualità dell’aria, l'inquinamento atmosferico da PM2,5 a Bologna ha causato 753 morti in un solo anno

Smog a Bologna, l'allarme dell'AUSL: 753 morti nel 2023

A Bologna, così come nell'intera Pianura Padana, l'inquinamento atmosferico si conferma letale. Questo non è un avvertimento allarmista, bensì il ritratto delineato dal rapporto dell'Azienda USL di Bologna sui livelli di particolato nell’aria della città emiliana. Nel 2023, specificamente, l'esposizione al particolato PM2,5, uno degli inquinanti più insidiosi e minuscoli che respiriamo, ha determinato 753 decessi nella città metropolitana.

L'inquinamento atmosferico è riconosciuto tra i principali fattori di rischio per la salute umana. Numerosi studi scientifici attestano il suo impatto su mortalità, morbosità e l'incremento dei ricoveri ospedalieri, colpendo in particolare bambini, anziani e persone affette da patologie croniche.

Dal 2003, il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl di Bologna osserva l'incidenza degli inquinanti mediante il rapporto annuale "Valutazione sanitaria sulla qualità dell'aria". I dati del 2023 ribadiscono che, nonostante un lieve miglioramento delle concentrazioni di alcuni agenti inquinanti, l'inquinamento continua a causare vittime.

Nel 2023, le concentrazioni di PM2,5 e PM10 hanno evidenziato una lieve diminuzione rispetto agli anni precedenti, tuttavia rimangono superiori ai livelli suggeriti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Nello specifico:

  • PM10: Inferiore al limite normativo di 40 µg/m³, ma ancora sopra i 15 µg/m³ raccomandati dall’OMS.
  • PM2,5: Valori tra i 10 e 20 µg/m³, superando la soglia OMS di 5 µg/m³.
  • Biossido di azoto (NO2): Supera i 40 µg/m³ presso la centralina di Porta San Felice, mentre altre stazioni mostrano una leggera riduzione.
  • Ozono (O3): Diminuzione dei superamenti normativi, ma livelli ancora preoccupanti.

L'analisi dell’impatto sanitario conferma l'elevata mortalità associata all'inquinamento atmosferico:

  • PM2,5: 753 decessi attribuibili.
  • NO2: 240 decessi.
  • O3: 88 decessi.

La riduzione della speranza di vita alla nascita per esposizione al PM2,5 varia da 3 a 7 mesi a seconda della soglia di riferimento. Inoltre, le stime europee suggeriscono che il rischio di mortalità legato al PM2,5 è sottostimato del 40%, mentre quello per l'NO2 è addirittura doppio.

Per affrontare questa critica emergenza, la Regione Emilia-Romagna ha implementato il Piano Aria Integrato Regionale (PAIR 2030), con l'obiettivo di mitigare l'inquinamento atmosferico e i suoi effetti distruttivi sulla salute umana. Parallelamente, l'Unione Europea si prefigge di ridurre i livelli di inquinamento a valori non nocivi entro il 2050. Migliorare la qualità dell'aria non solo contribuirebbe a ridurre la mortalità prematura, ma favorirebbe anche la lotta ai cambiamenti climatici, limitando le emissioni di gas serra.

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