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Case sempre più care: a un operaio non bastano 10 anni di stipendio per acquistarne una

Rispetto al 2019 i prezzi delle case sono aumentati del 16%, con grandi differenze tra città. Ecco le più care

Case sempre più care: a un operaio non bastano 10 anni di stipendio per acquistarne una

L'acquisto di una casa in Italia è diventato un lusso sempre più inaccessibile per numerose famiglie. Come rivela un recente studio del Centro di Formazione e Ricerca sui Consumi (Crc), realizzato in collaborazione con Assoutenti, i prezzi degli immobili hanno registrato un incremento medio del 16,1% rispetto al 2019

Il fenomeno del caro-casa non costituisce esclusivamente un problema economico, ma influisce profondamente sulla qualità della vita degli italiani, specialmente delle nuove generazioni, che si trovano di fronte a scelte difficili: continuare a vivere in affitto o esplorare soluzioni abitative alternative. Il report analizza inoltre gli anni di stipendio netto necessari per acquistare una casa di 80 metri quadrati in base alla professione: per un operaio 11,6 anni, per un impiegato 9,7 anni e per un dirigente 4 anni. La situazione risulta ancora più critica nelle grandi città; a Milano, un operaio dovrebbe lavorare addirittura 23,3 anni per permettersi un'abitazione, a Firenze 18,8 anni, e a Bologna 15,3 anni.

Questi dati sottolineano come, per molte categorie della popolazione, in particolare per i lavoratori con redditi bassi e i giovani precari, l'acquisto di una casa pare essere diventato ormai un traguardo irraggiungibile.

L'indagine ha messo in evidenza significative disparità nei prezzi delle case tra le varie città italiane. Milano si conferma la città più costosa, con un prezzo medio che supera i 5.400 euro al metro quadrato, rendendo sempre più difficile l'acquisto di un'abitazione. Firenze segue con 4.365 euro al metro quadrato, mentre Bologna si attesta sui 3.566 euro. Al contrario, città come Perugia (1.299 euro) e L'Aquila (1.451 euro) risultano più abbordabili. Il dato più allarmante riguarda Trieste, che ha registrato l'aumento più consistente, con un incremento del 50% negli ultimi sei anni. L'unica eccezione tra le grandi città è Genova, dove i prezzi sono scesi del 3,7% rispetto al 2019. Secondo gli esperti, questa riduzione è dovuta alla contrazione della domanda e all'invecchiamento della popolazione, che ha determinato una diminuzione del numero di acquirenti attivi sul mercato.

Secondo Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti, la crescita incontrollata dei prezzi delle case è il risultato di una seria di fattori concomitanti. "In alcune città, acquistare casa è diventato proibitivo se non impossibile, a meno che non si disponga di ingenti capitali", ha dichiarato Melluso.

Fortunatamente, giunge anche qualche notizia incoraggiante per coloro che intendono acquistare un'abitazione: a gennaio, il tasso medio applicato dalle banche sui nuovi mutui ha registrato una leggera flessione. Il tasso medio sulle nuove operazioni per l'acquisto di abitazioni è sceso al 3,09%, rispetto al 3,11% di dicembre e al 4,42% di dicembre 2023. Lo segnala l'Abi nel suo rapporto mensile, aggiungendo che anche il tasso medio sui nuovi finanziamenti alle imprese è calato, raggiungendo il 4,20%, rispetto al 4,40% del mese precedente e al 5,45% di dicembre 2023. 

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