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Quante maglie indossa, la Li Calzi?

Il 4 marzo l'assessore incontra i cittadini per promuovere un progetto privato?

Quante maglie indossa, la Li Calzi?

La lettera di convocazione del Consiglio aperto sul Cierrebì

Che nell'annosa vicenda del Cierrebì molte cose non tornino, dir non è mestieri, come reciterebbe il Sommo, e l'amministrazione comunale sembra provarle tutte, pur di rendere la situazione sempre più ingarbugliata e sempre più indigeribile, per lo stomaco del cittadino.

Com'è ormai noto anche ai sassi della zona Certosa, la struttura in via di dismissione - o meglio: che qualcuno vuole dismettere - è attualmente proprietà della Bologna Fc real estate, una srl che fa parte della galassia societaria del Bologna Fc 1909.

Nei prossimi anni, secondo il progetto a cui i residenti del quartiere si stanno opponendo, una volta terminati i lavori di edificazione previsti, l'ex-centro sportivo passerebbe - a titolo di proprietà o in affitto, questo non si sa, ma non è nemmeno più importante di tanto, alla Go Fit, multinazionale spagnola del benessere, il cui rappresentante legale, oltre che di molti soldi, è pure particolarmente ricco di nomi: Felipe Mario Barrocal Dos Ramos Leite Barbosa.

Ricapitolando, una proprietà privata, un tempo della Cassa di Risparmio di Bologna, aperta anche ai non soci, almeno parzialmente, e passata nelle mani di un altro privato, con l'intermezzo del Gruppo Maccaferri, e, cioè, il Bologna, sarebbe destinato a diventare un centro benessere di lusso per volontà di un quarto privato, la multinazionale Go Fit.

Può piacere o non piacere; può essere il legittimo interesse di chi lo possiede o di chi lo vuole usare; può essere o certamente sarà tutto legittimo, oppure no, per i noti problemi urbanistici; ma quel che è certo, è che si tratta di interessi privati che, casomai, vanno a cozzare con le altrettanto legittime aspirazioni e ambizioni dei residenti della zona, i quali si erano affezionati, fin tanto che è stato agibile, a quel luogo.

Dunque, se si tratta di una questione tra privati, perché viene convocato un consiglio aperto di Quartiere - con la presenza di soli esponenti e funzionari dell'amministrazione comunale: l'assessore Roberta Li Calzi, il direttore generale, Valerio Montalto e non meglio precisati "tecnici" comunali - con all'ordine del giorno: Presentazione del progetto Go Fit - impianto sportivo ex Cierrebì? Palazzo d'Accursio è forse diventata una succursale della multinazionale iberica?

Curioso modo, quello d'interpretare il ruolo di assessore, da parte della Li Calzi: si occupa della controversia sulla gestione del Nettuno, non avendo alcun imbarazzo nel farsi fotografare con addosso la maglia di uno dei contendenti, la Bugs; si occupa del Cierrebì e, invece di risolvere le criticità poste in luce dalla "conferenza dei servizi" e di discutere in consiglio comunale della necessità di una deroga pesante alle normative, per autorizzare la trasformazione dei campi da tennis e della piscina in vasche idromassaggio e parcheggi, vuole incontrare i cittadini per magnificare l'operazione finanziaria e commerciale del Bologna e della Go Fit; e la divisa della pubblica amministrazione, quella proprio non le si attaglia? Evidentemente, no.

Forse, si tratta solo del solito errore di comunicazione, ma, nell'invito, non si fa nemmeno accenno alla convenzione - quella di cui parla anche il documento della "conferenza dei servizi" e che, infatti, ancora non esiste - tra proprietà, Go Fit e Comune per eventuali contropartite pubbliche, a fronte di questa operazione speculativa. No, testo alla mano, i cittadini del quartiere Porto Saragozza saranno chiamati a gioire del fatto che qualche spagnolo potrà contare su lauti incassi, nei prossimi anni.

Ha un senso, tutto ciò? Per il cittadino, è difficile crederlo, sia che giochi a tennis sia che conduca vita sedentaria.

Per altro, parlando di Cierrebì, non si può non rimarcare l'inquietudine che suscita l'apprendere come, l'incendio di cui si è data notizia l'altra sera, sarebbe stato appiccato, predisponendo cinque differenti inneschi, da parte di misteriosi soggetti che si sarebbero dileguati sotto gli occhi dei Vigili del fuoco. Cinque inneschi non fanno pensare neanche per un istante a dei balordi, a qualcuno che si è voluto divertire a fare il piromane. Si tratta di un modo d'agire che fa pensare a un sabotaggio pensato, a un'azione studiata per accelerare il degrado dell'intera struttura.

La Polizia e la magistratura saranno chiamati a provare a dare una risposta all'inquietante quesito, anche se un'azione del genere - che, senza che se ne adontino i meridionali, riporta alla mente certe operazioni tipiche di Cutro o della provincia casertana, piuttosto che della tradizione emiliana - mal si concilia con le figure specchiate di Joey Saputo e Claudio Fenucci (le menti finanziarie del Bologna) o di quella dell'amministratore della Go Fit, contornata da tali e tanti cognomi da far pensare più agli Hidalgo di Spagna, che agli squatter metropolitani. Dunque, se non si è trattato di mero teppismo, chi altri può aver avuto interesse a mandare in cenere il Cierrebì, avendo rapporti con soggetti che non si fanno scrupoli, nell'appiccare un rogo in luogo pubblico? E' anche questa una domanda che meriterebbe una risposta urgente.

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