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Rugby e Metaverso: il progetto innovativo di Erika Morri coinvolge 250 studenti bolognesi

L'iniziativa ideata dall'ex atleta della Nazionale femminile di rugby offre ai giovani la possibilità di riscoprire il valore della fisicità, della socialità e del lavoro di squadra

Rugby e Metaverso: il progetto innovativo di Erika Morri coinvolge 250 studenti bolognesi

Un mix unico di sport e tecnologia sta prendendo vita a Bologna grazie a un progetto ideato dall’ex azzurra di rugby Erika Morri. L’iniziativa, intitolata Rugby e metaverso: un viaggio nelle emozioni. Tra rugby e tecnologia a scuola di futuro, coinvolge 250 studenti di cinque istituti superiori in un’esperienza tanto innovativa quanto educativa: un torneo che si svolgerà metà nel metaverso e metà su un vero campo da rugby.

Erika Morri, ex atleta della Nazionale femminile di rugby con due Coppe del Mondo e sette Campionati Europei alle spalle, ha ideato questo progetto per avvicinare i ragazzi alle loro emozioni. L’intento non è demonizzare la tecnologia, ma mostrarne il potenziale inclusivo e catartico. Allo stesso tempo, l’esperienza in campo offre ai giovani la possibilità di riscoprire il valore della fisicità, della socialità e del lavoro di squadra.

Giovedì 27 marzo, gli studenti degli istituti Salvemini, Belluzzi, Veronelli, Laura Bassi e Keynes si sfideranno in un torneo unico al mondo. Una metà dei ragazzi giocherà a rugby nel metaverso presso la Fondazione Golinelli, utilizzando tecnologie sviluppate dalla Fondazione Olitec, mentre l’altra metà scenderà fisicamente in campo al Centro Sportivo Bonori. Grazie al supporto di proiezioni digitali nelle scuole e alla possibilità di collegarsi online, anche altri istituti potranno seguire il torneo e tifare per i partecipanti.

L’innovatività del progetto risiede nella sua capacità di rendere inclusivo lo sport. Attraverso il metaverso, anche studenti con disabilità hanno potuto sperimentare l’energia del rugby, mentre l’esperienza sul campo ha dato spazio all’esplorazione della fisicità, spesso nascosta o causa di imbarazzo tra gli adolescenti.

Il progetto, supportato da Fondazione Carisbo, Illumia, Binnova, AlmaGi e Fondazione Golinelli, mira a rivoluzionare il modo in cui le nuove generazioni si approcciano al mondo del digitale e dello sport. Francesco Paolini, presidente del Bologna Rugby Club, ha lodato l’iniziativa, sottolineando come il rugby rappresenti un’occasione per condividere passioni, sia in campo che nel mondo virtuale.

Il progetto è monitorato dai ricercatori del Cemet dell’Università di Bologna, il centro di ricerca che studia l’impatto delle tecnologie sulla didattica. I dati raccolti saranno analizzati e presentati durante una conferenza il 14 aprile. L’obiettivo di Morri è trasformare questa iniziativa in un format replicabile, portandolo in altre scuole per creare un dialogo autentico con i giovani.

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