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cronaca
28 Marzo 2025 - 11:10
Immagine di repertorio
Un trentenne originario della Sicilia, allenatore di una squadra cittadina di pallavolo under 14, è stato arrestato dai carabinieri della compagnia Bologna Centro. L'uomo è accusato di aver adescato e compiuto abusi su alcune ragazze. In particolare, avrebbe spinto una di esse a consumare con lui il suo primo rapporto sessuale completo. L'arresto rappresenta il culmine di un'indagine complessa e delicata, guidata dalla procuratrice Silvia Baldi, scaturita dalla denuncia dei genitori di una delle vittime, tutte tredicenni, oggetto delle attenzioni morbose dell'uomo. L'indagine è iniziata grazie a un bigliettino rinvenuto dalla madre di una delle ragazze all'interno del diario della figlia. Si trattava di un foglio piegato, solitamente utilizzato dalle compagne di classe per chiacchierare senza farsi notare dagli insegnanti. Questo scambio di messaggi ha subito destato allarme: vi si trovavano i dettagli delle avances da parte dell'allenatore, con allusioni sessuali, a cui l'amica rispondeva chiedendo informazioni sull'aspetto dell'uomo. La madre della giovane, confrontandosi con altri genitori, ha scoperto i primi racconti di quel che avveniva tra la palestra e i social. Il bigliettino è stato consegnato ai carabinieri, che hanno presto delineato i contorni allarmanti della vicenda, iniziata l'autunno scorso con l'ingresso dell'uomo come allenatore di una squadra di un quartiere periferico.
L'analisi delle numerose chat tra il trentenne e le minorenni, oltre alle conversazioni sui social, ha rivelato come egli inizialmente avesse iniziato a fare pressioni sulle giovani pallavoliste. Le sue "preferite" sono presto divenute bersaglio di attenzioni speciali, che si sono trasformate in avances e in seguito in vere e proprie violenze sessuali. Le testimonianze delle vittime e delle compagne di squadra hanno delineato un quadro chiaro del tipo di rapporto che l'allenatore aveva instaurato con le adolescenti. Inizialmente, questi si presentava come un "educatore comprensivo", conquistando la loro fiducia con complimenti. Le seguiva sui social, comunicava costantemente con loro e monitorava i loro spostamenti, fino a instaurare un rapporto di intimità tale da chiedere loro di inviargli delle foto senza veli e di compiere atti sessuali durante le videochiamate. Raccomandava, inoltre, di cancellare le conversazioni e utilizzava funzioni che non lasciassero tracce delle foto, consapevole del suo comportamento indegno e criminale. In modo spudorato, esprimeva il desiderio esplicito di avere rapporti sessuali con loro, arrivando a chiedere di essere il primo partner.
Una delle ragazze, caduta nella sua rete ingannevole, ha accettato tutte le sue richieste, avendo rapporti sessuali con lui, prevalentemente recandosi a casa sua, ma in un'occasione anche nella sua abitazione. Le atrocità compiute dall'uomo non si sono limitate a una sola vittima; è riuscito a farsi inviare foto e a intrattenere conversazioni a sfondo sessuale anche con altre ragazze, e durante un allenamento in palestra, ha abbracciato in modo inappropriato un'altra giovane, sussurrandole richieste oscene. I fatti descritti sono parte di un'inchiesta per violenza sessuale aggravata dalla minore età delle vittime, tutte sotto i quattordici anni, e dall'abuso di autorità. L'uomo è accusato anche di adescamento di minore e pornografia minorile. Avendo forse intuito che l'indagine si stava avviando, nei mesi passati il trentenne aveva lasciato Bologna, città nella quale risiedeva e lavorava da alcuni anni. Tuttavia, l'arresto è avvenuto comunque: i carabinieri lo hanno trovato negli scorsi giorni in Sicilia, dove l'ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita, ponendolo agli arresti domiciliari.
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