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Il fatto
15 Aprile 2025 - 11:21
Nel pomeriggio di giovedì 10 aprile, un passeggero a bordo di un autobus Tper ha contattato la polizia municipale di Bologna con una segnalazione inquietante affermando che l’autista non sembrava in sé, come se avesse bevuto troppo. Di conseguenza due agenti della municipale, supportati da personale Tper e da una pattuglia dotata di etilometro, si sono recati al capolinea in pieno centro per verificare la situazione. L’autobus segnalato era già sulla via del ritorno dopo essere partito due ore prima. Poco prima delle 18, l’autista è stato invitato a scendere per i controlli, e subito gli agenti hanno notato movimenti poco stabili e incerti. Inoltre, l’uomo non aveva con sé la patente, ma solo una fotocopia.
Gli agenti hanno constatato “un forte alito vinoso, linguaggio impastato e stato emotivo altalenante”, elementi che hanno reso necessario un alcol test. Nei primi tentativi, il conducente non ha rispettato le istruzioni, interrompendo il soffio con aspirazioni, rendendo le prove inizialmente invalide. Dopo vari tentativi, il test ha fornito un risultato inequivocabile: il tasso alcolemico dell’autista superava i 2 grammi/litro, ben oltre il limite consentito per chi esercita professionalmente l’attività di trasporto. Secondo l’articolo 186 bis del nuovo Codice della strada, per i conducenti professionali il tasso alcolemico deve essere pari a zero. L’autista rischia ora la revoca immediata della patente, un’ammenda tra 1.500 e 6.000 euro e l’arresto fino a un anno. Nel frattempo, il bus è stato affidato a un altro dipendente Tper, mentre l’autista ha rifiutato l’ambulanza precedentemente richiesta. Senza un avvocato di fiducia, gli è stato assegnato un legale d’ufficio. Ulteriori verifiche hanno fatto emergere precedenti del conducente legati al possesso di droga per uso personale e al ritiro della patente avvenuto 10 anni fa.
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