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Elezioni farsa e terrore di Stato
04 Settembre 2024 - 14:00
Il Venezuela, una volta una delle nazioni più prospere del Sud America grazie alle immense riserve di petrolio, è oggi un paese in ginocchio, ridotto alla fame e al collasso economico e sociale. La causa principale di questa drammatica caduta è da attribuire alle dittature di Hugo Chávez prima e di Nicolás Maduro poi, che hanno trasformato una delle più vibranti democrazie della regione in un regime, con la simbologia e l’ideologia di estrema sinistra, autocratico e repressivo.
Nicolas Maduro
Le recenti elezioni presidenziali del luglio 2024 sono state l'ennesima farsa elettorale che ha segnato profondamente il destino del Venezuela. Le elezioni, già ampiamente criticate per mancanza di trasparenza, si sono concluse con la proclamazione della vittoria di Nicolás Maduro, il quale ha dichiarato di aver ottenuto poco più del 50% dei voti. Tuttavia, l'opposizione e numerosi osservatori internazionali denunciano irregolarità e frodi su vasta scala, sostenendo che i conteggi reali mostrerebbero una vittoria schiacciante per Edmundo Gonzalez, il principale candidato dell'opposizione.
Fin dal principio, le elezioni del 2024 sono state segnate da dubbi e sospetti. L'Autorità Elettorale Nazionale, controllata dal governo, ha ritardato la pubblicazione dei risultati ufficiali, dichiarando che un attacco informatico aveva compromesso il sistema di conteggio. Questa spiegazione è stata prontamente respinta dall'opposizione, che ha accusato il governo di utilizzare l'attacco come pretesto per manipolare i risultati a favore di Maduro.
L'opposizione ha cercato di contrastare queste affermazioni pubblicando online copie dei verbali di oltre l'80% dei seggi elettorali, che avrebbero dimostrato chiaramente la vittoria di Gonzalez. Tuttavia, il governo ha reagito rapidamente, avviando indagini penali non solo contro Gonzalez, ma anche contro altri membri di spicco dell'opposizione e contro chiunque fosse coinvolto nella gestione del sito web di conteggio dei voti.
Edmundo Gonzales
L'elezione del 2024 è stata solo l'ultima di una serie di eventi che hanno visto il regime di Maduro intensificare la repressione contro l'opposizione. Dopo le elezioni, la situazione è precipitata ulteriormente con l'emissione di un mandato di arresto nei confronti di Edmundo Gonzalez. Il leader dell'opposizione è stato accusato di crimini come cospirazione, usurpazione di funzioni, falsificazione di documenti pubblici e istigazione a disobbedire alla legge. Accuse pesanti che, secondo molti analisti, non sono altro che un pretesto per eliminare politicamente un avversario pericoloso.
Questo mandato di arresto ha segnato un'escalation senza precedenti nella repressione dell'opposizione. La reazione internazionale non si è fatta attendere, con gli Stati Uniti che hanno immediatamente stilato una lista di circa 60 funzionari venezuelani e loro familiari che potrebbero essere soggetti a sanzioni severe. Allo stesso tempo, l'amministrazione Biden ha annunciato la confisca di un aereo utilizzato da Maduro nella Repubblica Dominicana, una mossa definita dal governo venezuelano come un atto di "pirateria".
Maria Corina Machado
La repressione non si è fermata a Gonzalez. Altri leader dell'opposizione, come Maria Corina Machado, hanno denunciato un aumento delle persecuzioni e delle intimidazioni, con arresti di massa e violenze contro i manifestanti. Le proteste che hanno seguito le elezioni hanno visto la morte di almeno 27 persone e l'arresto di circa 2.400 individui, in un clima di terrore che ha travolto tutto il paese.
Per comprendere appieno il contesto delle elezioni del 2024, è essenziale guardare al passato, all'epoca di Hugo Chávez. Quando Chávez salì al potere nel 1999, il Venezuela era ancora una nazione relativamente prospera, grazie alle sue enormi risorse petrolifere. Tuttavia, con il passare degli anni, la sua presidenza si trasformò sempre più in una dittatura, con la progressiva eliminazione di ogni forma di dissenso e la centralizzazione del potere nelle mani di pochi fedelissimi.
Chávez instaurò un regime populista criptocomunista basato sul controllo delle risorse economiche del paese, utilizzando i proventi del petrolio per finanziare programmi sociali volti a consolidare il suo potere. Tuttavia, questi programmi non furono sufficienti a sostenere l'economia nel lungo periodo, soprattutto a causa della corruzione dilagante e della cattiva gestione delle risorse. Alla morte di Chávez nel 2013, il Venezuela era già in una grave crisi economica e sociale.
L'ascesa al potere di Nicolás Maduro, inizialmente considerato un mero successore di Chávez, ha segnato l'inizio di una fase ancora più oscura per il paese. Maduro ha ereditato un'economia al collasso e una popolazione stremata dalla povertà e dalla mancanza di beni di prima necessità. Tuttavia, invece di cercare di risollevare il paese, Maduro ha scelto di consolidare ulteriormente il suo potere attraverso la repressione, eliminando ogni forma di opposizione e trasformando il Venezuela in uno stato di polizia.
Un aspetto particolarmente preoccupante della dittatura di Maduro è l'uso di bande di mazzieri, conosciute come "colectivos", che agiscono come un'estensione informale delle forze di sicurezza del regime. Questi gruppi paramilitari sono stati impiegati per terrorizzare e reprimere i manifestanti, spesso utilizzando la violenza estrema per soffocare qualsiasi forma di dissenso. Le loro azioni sono state ampiamente documentate da organizzazioni internazionali per i diritti umani, ma rimangono impunite grazie alla protezione del governo.
Oltre ai colectivos, Maduro ha fatto un uso sistematico delle forze di polizia e del sistema giudiziario per reprimere l'opposizione. I tribunali venezuelani, ormai completamente subordinati al potere esecutivo, emettono regolarmente sentenze contro leader dell'opposizione, attivisti e giornalisti, spesso basate su accuse fabbricate ad hoc. Questa repressione giudiziaria, combinata con la brutalità delle forze di sicurezza, ha creato un clima di paura in cui è praticamente impossibile per l'opposizione operare liberamente.
Nonostante la repressione, l'opposizione venezuelana continua a lottare per un futuro migliore. Figure come Edmundo Gonzalez, Maria Corina Machado e altri leader dell'opposizione hanno dimostrato un coraggio straordinario nel continuare a sfidare il regime di Maduro, nonostante le gravi minacce alla loro sicurezza personale. La loro resistenza rappresenta una speranza per milioni di venezuelani che sognano un paese libero e democratico.
Tuttavia, le sfide sono enormi. Il regime di Maduro è ancora saldamente al potere, sostenuto da un apparato repressivo che non mostra segni di cedimento. La comunità internazionale ha un ruolo cruciale da giocare in questa situazione, attraverso l'imposizione di sanzioni, il sostegno ai diritti umani e la pressione diplomatica sul governo venezuelano.
Le elezioni del 2024 hanno mostrato al mondo il volto più oscuro del regime venezuelano, ma hanno anche rafforzato la determinazione di coloro che, dentro e fuori il Venezuela, continuano a lottare per la democrazia e la libertà. Il futuro del paese dipende dalla capacità dell'opposizione di resistere alla repressione e dalla solidarietà della comunità internazionale. Solo con uno sforzo congiunto sarà possibile mettere fine alla dittatura di Maduro e costruire un Venezuela più giusto e prospero per tutti.
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