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30 Ottobre 2024 - 10:00
Collegamenti tra i colpi in Piemonte e Emilia Romagna
Professionisti delle rapine, attenti ai dettagli e meticolosi quando pianificano i loro colpi. Alcuni di loro non si sono fermati neanche dopo essere stati scoperti e mandati a processo. Loro sono Carmelo La Rosa, 70 anni, residente a Santena e ora in cella al Lorusso e Cutugno di Torino; Vincenzo Mecca (73) e Pierluigi Nervo (64 anni tra pochi giorni), di Carmagnola, reclusi nel penitenziario di Asti. Insieme a un 75enne di Carignano, sono finiti in carcere perché ritenuti i presunti responsabili di una rapina di gennaio a una banca di Fidenza, in provincia di Parma.
Dai dintorni di Torino a lì ci sono oltre 170 chilometri. Nonostante l’età, stando a quanto hanno ricostruito gli inquirenti, non hanno esitato a spostarsi e fare irruzione nella banca armati e con i volti coperti da maschere di gomma. Per non essere disturbati, avevano bloccato i polsi dei clienti e dei dipendenti con fascette di plastica. A incastrarli sono state anche l’anagrafica e il modus operandi, molto simile a quello messo in atto durante i furti commessi in Piemonte.
La Rosa, infatti, fa parte della cosiddetta gang dei nonni, che nel 2022 aveva svaligiato l’Unicredit di Poirino. Era stato individuato poco dopo, insieme ai suoi complici. Quando avrebbe rapinato la banca di Fidenza, era già a processo per i fatti di Poirino, per i quali a maggio è stato condannato a otto anni di carcere. Nel giro di poche settimane, però, ha ottenuto prima i domiciliari, poi altre misure restrittive ancora più leggere. La sua difesa è affidata all’avvocato Antonio Mencobello, che anticipa che chiederà il riesame dell’ordinanza cautelare sulla rapina in provincia di Parma. Faranno lo stesso anche i legali Eva Garrone e Mauro Molinengo, che difendono rispettivamente Nervo e Mecca. Anche quest’ultimo non è nuovo alle rapine. Nel 2015, per esempio, era finito a processo con l’accusa di averne commesse sei tra Savigliano, Bra, Pavia e dintorni.
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