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Gli italiani hanno paura della donazione di organi: aumentano i "no" nel 2025

Boom di "sì" tra i 40-50enni, più incertezza tra giovani e over 60

Gli italiani hanno paura della donazione di organi: aumentano i "no" nel 2025

L’11 aprile si è celebrata la Giornata nazionale per la donazione e il trapianto di organi e tessuti, istituita ufficialmente dal Ministero della Salute con un decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 22 marzo scorso.

L’iniziativa ha l’obiettivo di promuovere una cultura del dono e quest’anno lo slogan scelto è stato: “E tu, hai già detto sì? Donare è una scelta naturale?”. Un messaggio diretto a tutti i cittadini maggiorenni, volto a incoraggiare una riflessione profonda su un gesto che può salvare vite.

“Donare organi è semplice, non comporta alcun costo ed è l’unica strada per offrire una speranza concreta a chi attende un trapianto”, ha sottolineato Giuseppe Feltrin, direttore del Centro Nazionale Trapianti (CNT), l’ente che coordina il sistema trapiantologico italiano sotto la supervisione del Ministero della Salute.

Secondo i dati aggiornati del CNT, sono oltre 22 milioni gli italiani che hanno già espresso la propria volontà in merito alla donazione: circa 15,5 milioni hanno dato il consenso, mentre 6,8 milioni hanno scelto di esprimere opposizione.

Nei primi tre mesi del 2025 si è riscontrato un aumento del 3,4% nelle dichiarazioni di opposizione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre le astensioni – ossia chi non si è ancora espresso – sono diminuite dello 0,6%.

Guardando i dati per fascia d’età, emerge che le persone tra i 40 e i 50 anni sono le più favorevoli alla donazione: ben il 68,6% ha detto sì, mentre il restante 31,4% ha preferito dire no. Le resistenze maggiori si trovano invece tra gli over 60, con un tasso di opposizione salito al 48,4% rispetto al 45,5% del 2024. Anche tra i giovani dai 18 ai 30 anni si è registrata una lieve crescita dei “no”, passati dal 33,6% dello scorso anno al 37,9% nel primo trimestre del 2025.

Ma cosa genera ancora dubbi o paure tra i cittadini? Molti temono che acconsentire alla donazione possa influenzare negativamente le cure ricevute in caso di emergenza. Una preoccupazione infondata: in Italia, infatti, la verifica del decesso è affidata a una commissione medica indipendente, separata dal team che si occupa dell’espianto e del trapianto. Nessuna decisione medica viene condizionata dalla volontà di donare.

Va anche chiarito che gli organi possono essere prelevati solo in caso di morte accertata. Stati come il coma o il vegetativo, dove le funzioni vitali sono ancora presenti, non permettono la donazione.

Oggi è molto semplice esprimere la propria scelta: basta farlo in occasione del rinnovo della carta d’identità. Grazie a questo sistema, nel solo 2024, è stato possibile effettuare oltre 4600 trapianti, offrendo una nuova possibilità di vita a migliaia di persone.

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