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Torna Gender Bender: il festival che ha contribuito a ridefinire la "gender culture" con l'arte

L'evento, giunto alla sua 22esima edizione, analizza il mondo delle differenze, esplorando gli aspetti legati al corpo, alla relazione con la natura e con l'altro

Torna Gender Bender:  il festival che ha contribuito a ridefinire la "gender culture" con l'arte

Bologna ospiterà la 22esima edizione del festival dal 31 ottobre al 9 novembre

Gender Bender, giunto alla sua 22esima edizione, si conferma un festival che ha contribuito a ridefinire il tema della "gender culture" attraverso le arti.

Dal 31 ottobre al 9 novembre, si potrà assistere a una varietà di eventi in diversi spazi cittadini. Daniele Del Pozzo e Mauro Meneghelli, direttori artistici della rassegna, ne sottolineano l'evoluzione: oggi «il tema delle differenze si declina diversamente, perché il contesto sociale è diverso, non siamo le uniche differenze al mondo e anche il genere è terreno di guerre e conflitto».

Con un approccio più pacato e consapevole rispetto agli anni passati, il festival si avventura nei territori delle differenze, esplorando gli aspetti legati al corpo, alla relazione con la natura e con l'altro, in contrasto con una società spesso dominata da logiche competitive. Le parole chiave dell’edizione di quest’anno sono “abisso” e “bellezza”: il primo evoca le difficoltà globali e le crisi che minacciano la dignità umana; la seconda offre una prospettiva di speranza e costruzione di un futuro più inclusivo.

Tra le sezioni principali, la danza si distingue con otto prime nazionali. Si darà spazio alla scena tedesca emergente, ospitando artisti come James Batchelor, Margarida Alfeirão e Moritz Ostruschnajak, che hanno scelto la Germania come base operativa. Batchelor, con “Shortcuts to Familiar Places” (3 novembre, ore 17:30), propone un’opera che fonde tecniche di quattro generazioni di danza, dall’Europa all’Australia, ispirandosi alle espressioni di Ruth Osborne e Gertrud Bodenwieser.

Ostruschnajak, invece, trasformerà la sala De Berardinis in uno spazio simile a un hangar per la sua creazione “Terminal Beach” (3 novembre, ore 19:30). La sezione cinema non sarà da meno, con proiezioni come “From Ground to Zero”, un progetto curato da Rashid Masharawi e candidato a rappresentare la Palestina agli Oscar, e “La Belle de Gaza” di Yolande Zauberman, che racconta il viaggio di una donna trans da Gaza a Tel Aviv, in programma per il 7 novembre.

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