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Fabio Filomeni a Bologna, per discutere se sia giusto "Morire per la Nato?"

La presentazione alla prestigiosa "sala Marco Biagi", il 31 ottobre

Fabio Filomeni a Bologna, per discutere se sia giusto "Morire per la Nato?"

Vannacci e Filomeni, colleghi e amici inseparabili

Se l'Italia di oggi avesse il senso e il gusto, il rispetto e la consapevolezza della propria storia luminosa, si potrebbe definire Fabio Filomeni una tipica incarnazione del binomio: Pensiero e azione. Ma chi si ricorda più, ormai, dell'antico slogan - e testata di un leggendario foglio di lotta politica - di Giuseppe Mazzini? Eppure, il tenente colonnello della riserva, ora "braccio destro" di  Roberto Vannacci nella nuova avventura politica intrapresa dal generale, è esattamente un uomo che ha dimostrato impegno e capacità in quelle due distinte attitudine umane. Ed è anche un ufficiale che è partito dalla gavetta, guadagnandosi la più prestigiosa delle sue decorazioni quando ancora era un maresciallo ordinario, più abituato a eseguire che a dare ordini. Arruolato nel IX Col Moschin - uno dei reparti più giustamente blasonati dell'Esercito italiano -, con la qualifica di incursore paracadutista, ha partecipato a molte missioni internazionali, dall'Africa ai Balcani, fino in Medio Oriente. Poi, ha messo a disposizione delle leve più giovani le sue esperienze maturate sui difficili teatri bellici che lo hanno visto operativo, venendo impiegato nel Reparto addestramento delle Forze speciali. Tra i mille impegni di una carriera tanto attiva e densa anche di avventure propriamente dette, Filomeni è riuscito non solo a trovare il tempo per guadagnarsi le stellette da ufficiale, ma anche per laurearsi due volte: prima in Scienze politiche e relazioni internazionali, poi in Giurisprudenza, conseguendo anche due diplomi di "master"  in "antiterrorismo internazionale" e "security e intelligence". Forse, però, la battaglia che lo ha visto esprimere il meglio di se stesso, come professionista militare, come studioso e come uomo, è stata quella per la verità sugli effetti gravissimi determinati in tanti soldati italiani impegnati nelle missioni internazionali dall'esposizione alle polveri di uranio impoverito. Una sporca vicenda che ha visto parte dei vertici politici e dell'Esercito voltare le spalle ai propri uomini, da un lato, e ufficiali come Filomeni schierarsi "toto corde" coi ragazzi colpiti dalle gravissime malattie provocate dal materiale radioattivo, dimostrando di aver avuto sempre, per ila salute e il benessere dei propri commilitoni, la stessa premura, preoccupazione e attenzione, dentro e fuori dalle zone di guerra. Per la prima volta - giovedì prossimo, 31 ottobre, alle ore 18.30 alla "sala Marco Biagi" del Baraccano, in via Santo Stefano 119 - Filomeni incontrerà il pubblico bolognese, presentando il suo libro "Morire per la Nato?" e in città si è già diffusa molta curiosità, per l'appuntamento con questa singolare e straordinaria figura di ufficiale, un serata che vedrà anche la partecipazione del consigliere regionale della Lega,e capolista alle prossiem elezioni, Daniele Marchetti, dell'avvocatessa Isabella Albertini, candidata alla regione per lo stesso partito,e dell'ex-vicequestore della Polizia di Stato, Giovanni Preziosa, attuale portavoce cittadino di Indipendenza!

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