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UNIVERSITA'
12 Novembre 2024 - 14:41
Uno scorcio di via Zamboni, cuore dell'Università di Bologna
Tutto il personale dell'Alma Mater di Bologna - che, a questo èpunto, sarebbe più corretto definire Alma *, oppure Alma genitore 1 - potrà avere accesso alla cosiddetta carriera alias, potendo così scegliere il proprio nome d'elezione corrispondente all'identità percepita e scelta. Dopo gli studenti, per i quali la possibilità è già prevista, a partire dal gennaio prossimo chiunque abbia un rapporto di lavoro con l'Ateneo, anche temporaneo, potrà richiedere l'attivazione della carriera alias. La decisione è stata assunta dagli organi accademici, che lo considerano "un fondamentale strumento di inclusione nato con l'obiettivo di rimuovere le differenze sociali che impediscono a una fascia della popolazione di godere pienamente del proprio diritto all'identità di genere quale espressione del diritto all'identità personale". L'Alma Mater, già nel 2021, ha recepito le Linee guida della conferenza nazionale degli organismi di parità delle Università italiane, compreso appunto il principio di autodeterminazione considerato fondamento delle carriere alias. Questa possibilità può essere sfruttata dunque senza l'obbligo di presentare diagnosi mediche o perizie psichiatriche. Dal 2017 a oggi sono 229 le carriere alias attivate dagli studenti dell'Alma Mater, con "dati in crescita": 30 hanno ricevuto la sentenza definitiva di rettifica anagrafica; cinque hanno disattivato la carriera alias; 159 sono attualmente con carriera accademica attiva. Per l'Università di Bologna questo "mostra una crescente esigenza di riconoscimento e inclusività che ha portato l'Ateneo a estendere la carriera alias a tutto il personale, modificando le Linee guida e adottando un accordo di riservatezza specifico". Si tratta di un "modo concreto di affermare che l'Università di Bologna accoglie e rispetta l'identità di ogni persona e mantiene il proprio ruolo di istituzione aperta, inclusiva e attenta alle esigenze di tutta la sua comunità".
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