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ELEZIONI REGIONALI 2024

Ecco chi vincerà e chi no, questa sera

Come leggere i dati definitivi, al di là delle dichiarazioni ufficiali dei partiti

Ecco chi vincerà e chi no, questa sera

i due contendenti principali della sfida emiliano-romagnola

Alle ore 15 spaccate, i seggi in Emilia Romagna annunceranno il laico extra omnes, chiudendo le operazioni di voto e iniziando lo spoglio delle schede. Da quel momento, per diverse ore, comincerà anche il balletto egli exit-poll e dei risultati elaborati in base alle interviste realizzate fuori dalla scuole approntate per ospitare le cabine elettorali. Dati che, ogni anno di più, risultano sempre meno attendibili. Parallelamente, i responsabili dei partiti e i candidati più noti inizieranno le analisi dei voto, dichiarandosi, come sempre accade nel nostro Paese, soddisfatti del consenso ottenuto, al di là che abbiano centrato o meno i risultati sperati alla vigilia. Ma chi vincerà veramente, o perderà, in queste elezioni regionali? Per fortuna, la formula maggioritaria della consultazione, un risultato certo lo consegnerà, senza dubbi e al di là delle opinioni: tra Michele De Pascale ed Elena Ugolini, uno dei due si vedrà incoronato governatore e, quindi, sarà il vincitore. Nessuno dei due, per altro, era candidato, il 26 gennaio 2020, per tanto, il raffronto potrà essere fatto tra De Pascale e Stefano Bonaccini, il quale raccolse il 51.42% dei consensi, e tra la Ugolini e Lucia Borgonzoni, della Lega, la quale si fermò al 43.63%. Più complesso, semmai, il ragionamento sul risultato delle liste, dal momento che alcune neanche esistevano, 4 anni or sono, come Azione, mentre altre, come Fratelli d'Italia e Lega, sono state caratterizzate da dinamiche impetuose: positive per il partito di Giorgia Meloni, molto meno per quello di Matteo Salvini. Dunque, bisogna andare con ordine. Nel campo del Centrosinistra, il Partito democratico è uno di quelli sostanzialmente più stabili: ottenne il 34.69% alle precedenti regionali, incrementando fino al 36.11% alle ultime elezioni europee. Come già detto, nel 2020 Alleanza verdi e sinistra e Azione non esistevano, per tanto l'unico raffronto possibile è con le Elezioni europee: 6.53% per l'ala estrema della coalizione progressista, 3.18 per quella moderata. Il Movimento 5 Stelle, invece, era alternativo al Pd e alla Sinistra, nel 2020, dove alle Regionali raccolse il 4.74%, mentre era già nell'orbita del campo largo per l'Europarlamento, salendo al 7.17%. Ancor più complicata, la valutazione del voto del Centrodestra, visto che avviene in un'era politica radicalmente diversa, rispetto al 2020. Nelle precedenti Elezioni regionali, infatti, la Lega primeggiava col 31.95%, ma è un dato ormai dimenticato, costringendo a ragionare sulla più realistica cifra delle Europee, dove si è attestata al 6.48%. Idem dicasi per Forza Italia, che cinque anni fa sprofondò al di sotto della formale soglia di sbarramento, ottenendo solo il 2.56% dei voti, ma è risalita qualche mese fa a un più dignitoso 6.11%. Di contro, il raffronto omogeneo non potrà che premiare Fratelli d'Italia che, nel 2020, aveva appena iniziato la sua ascesa elettorale e, per tanto, potrà confrontare il risultato odierno con l'8.59% ottenuto allora. Però, il partito del premier, dalle Elezioni politiche, è notevolmente cresciuto e, quindi, un ragionamento andrà fatto anche in relazione al più recente 28.02% ottenuto per il parlamento di Strasburgo. Infine, una riflessione sul contributo, di cui De Pascale e la Ugolini potranno usufruire dalle rispettive liste civiche. Nella vittoria di Bonaccini, la lista col suo nome affiancata ai partiti raccolse il 5.76% dei voti; mentre quella a sostegno della Borgonzoni - e che si ripresenta a queste elezioni quasi identica per aiutare la Ugolini - si fermò all'1.76%.

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