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Festival di Sanremo

Il futuro di Sanremo appeso a un filo: cambiamenti logistici e organizzativi minacciano il Festival

La sentenza del Tar obbliga adi indire un concorso pubblico per la gestione dell'evento

Il futuro di Sanremo appeso a un filo: cambiamenti logistici e organizzativi minacciano il Festival

È iniziato il conto alla rovescia per la 75ª edizione del Festival della Canzone Italiana, prevista dall’11 al 15 febbraio, che potrebbe segnare l'ultima volta in cui l'evento verrà ospitato nella storica cornice di Sanremo.

A complicare il futuro della manifestazione contribuisce la scadenza dell'attuale convenzione quinquennale con la Rai, che ogni anno versa al Comune di Sanremo 5 milioni di euro per l'organizzazione del festival. Inoltre, una recente sentenza del TAR ha stabilito che il Comune non potrà più affidare direttamente la gestione del Festival alla Rai, obbligandolo così a indire una gara pubblica. Questo potrebbe aprire le porte ad altri operatori televisivi, delineando un nuovo scenario per l'evento sanremese.

Attualmente, però, né DiscoveryMediaset sembrano interessate a contendersi la manifestazione, mentre l'industria discografica e la stessa Rai hanno espresso critiche su vari aspetti logistici e organizzativi legati alla location.

Enzo Mazza, Amministratore Delegato della FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana), ha evidenziato come Sanremo stenti a soddisfare le necessità di un evento di questa portata. "Nulla è stato fatto con il Comune per migliorare trasporti, viabilità, logistica e accoglienza," ha dichiarato, sottolineando le limitazioni del Teatro Ariston, ormai considerato inadeguato.

Con una capienza di soli 1.100 posti (660 in galleria), l'Ariston non riesce a soddisfare la domanda di biglietti, che mediamente supera le 20 mila unità. A ciò si aggiungono problemi di sicurezza, spazi ristretti e pass limitati per il personale delle etichette discografiche. "Nessun promoter al mondo realizzerebbe uno show come Sanremo in una struttura simile," ha affermato Mazza.

Nel frattempo, le case discografiche devono affrontare costi sempre più elevati. Per ogni artista in gara si prevede una spesa di circa 120 mila euro, che comprende hotel, ristoranti, trasporti, uffici stampa e social media manager. Nonostante un contributo aumentato da parte della Rai – 62 mila euro per artista, con un incremento del 12% – le spese continuano a crescere, complice un aumento generale del 25% rispetto all'anno precedente.

Il timore è che, senza un significativo rinnovamento strutturale e logistico, il Festival possa perdere il suo fascino e diventare economicamente insostenibile. "Il fenomeno Sanremo rischia di crollare se la situazione non cambia," ha avvertito Mazza, auspicando un trasferimento della manifestazione in una sede più moderna e funzionale.

La 75ª edizione del Festival sarà dunque una prova non solo per la musica italiana, ma anche per il futuro di uno degli eventi più iconici del Paese. Le decisioni organizzative in vista del 2025 potrebbero ridefinire il destino del Festival, che potrebbe lasciare la città dei fiori dopo oltre settant’anni.

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