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INQUINAMENTO
04 Febbraio 2025 - 12:29
I dati sull'inquinamento in Emilia-Romagna non sono del tutto negativi. Anche se, rispetto ai nuovi parametri europei, da rispettare a partire dal 2030, la regione è ancora troppo indietro. Contro lo smog, dunque, occorre essere più incisivi: mancano solo cinque anni. A dirlo è Legambiente Emilia-Romagna, a corollario dell'indagine annuale sullo smog nelle città italiane, presentata oggi a Milano (Mal'Aria di città 2025). Secondo il report dell'associazione ambientalista, l'anno scorso in Emilia-Romagna ben cinque capoluoghi su nove hanno superato i giorni di sforamento del limite di PM10. Modena risulta essere la peggiore con 52 sforamenti nel 2024, seguita da Piacenza e Rimini con 40, Ferrara con 38 e Ravenna con 37. Guardando invece la media annuale della concentrazione di polveri sottili, il dato rilevato è positivo: nessuna città in regione ha superato i limiti attualmente vigore (40 microgrammi per metrocubi). Ma se si considerassero i limiti inseriti nella nuova direttiva Ue, in vigore dal 2030, che per il PM10 fissa la concentrazione media a 20 microgrammi, solo Forlì rispetterebbe il parametro. Modena è sempre la città con la situazione peggiore: da qui a cinque anni dovrebbe ridurre le polveri sottili del 29%. Seguono Piacenza, a cui servirebbe un calo del 26%, e le città di Parma, Reggio Emilia e Rimini, chiamate a una riduzione del 22-23%. A Ravenna servirebbe un taglio del PM10 del 17%, a Cesena e a Ferrara del 13%. In condizioni migliori Bologna, a cui è richiesto un calo del 6%. Per quanto riguarda il biossido di azoto, invece, cioè, l'inquinante dovuto principalmente al trasporto su strada, la situazione è migliore. Nessun capoluogo infatti ha sforato i giorni di limite e rispetto ai nuovi valori richiesti dalla Ue e solo due città, Modena e Rimini, hanno bisogno di interventi correttivi.
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