Cerca

MOTOR VALLEY

Tutte le notizie e i fatti direttamente dal cuore della Motor Valley

fatti e notizie

MOTOR VALLEY

SPORT&POLITICA

Centro Nettuno: il mistero delle devastazioni fantasma

Dubbi sull'intervento dell'assessore Li Calzi, a verbale di riconsegna ancora aperto

Centro Nettuno: il mistero delle devastazioni fantasma

Roberta Li Calzi

C'è qualcosa che proprio non torna, nella già intricata vicenda della nuova assegnazione in gestione del centro sportivo di via Fancelli, ubicato all'inizio del vecchio quartiere Barca.

Com'è noto - e come in parte si è già scritto anche qui -, la vicenda origina dalla contesa, approdata al Tar, tra il vecchio gestore - la Nsd Nettuno tennis club - e il nuovo soggetto - il Nettuno sport center Ssd srl -, a cui il Comune ha deciso di affidare il grande impianto di oltre 9000 metri quadri. Il Consiglio di Stato, ribaltando la decisione del Tribunale amministrativo, ha annullato la sospensiva del nuovo contratto, quello che ha permesso l'avvicendamento delle due società. Dunque, il Comune, lo scorso venerdì, ha preteso l'immediata restituzione del centro all'amministrazione, imponendo lo sgombero di ogni cosa di proprietà dl vecchio gestore entro il lunedì successivo, giorno in cui è stato fissato anche il sopralluogo coi tecnici del Quartiere per la formale riconsegna dell'area. Una decisione apparsa un po' avventata, a giudizio di qualche osservatore della vicenda, dato che il Consiglio di Stato ha annullato la richiesta di sospensiva, ma solo perché è imminente il giudizio di merito, su quello stesso contratto.

Comunque, puntualmente, alle ore 09.00 del 17 febbraio - questo dato, come i seguenti che saranno citati, sono riportati nel verbale firmato dal direttore del Quartiere Reno-Borgo Panigale, Massimiliano Danielli - si presentano al cancello del centro, col predetto Danielli, Salvatore Iaquinta, del settore Amministrazione e servizi generali, e Anna Pilati, del settore Sport e affari generali. I tre, assieme a Paolo Poli, patron del Nettuno tennis club, e di una legale di sua fiducia, Silvia Gotti, ispezionano tutta la struttura per oltre 2 ore, salvo, poi, per una qualche non meglio precisata ragione, interrompere il sopralluogo alle 11.15, riservandosi di completarlo il giorno successivo.

Dunque, a quella data e a quella ora, formalmente la riconsegna non è ancora avvenuta, dovendosi terminare le operazioni di controllo delle condizioni del centro stesso. Eppure, alle ore 13.00, più o meno esatte, l'assessore allo Sport del Comune di Bologna prende la parola, per denunciare ai presenti il presunto stato di degrado e di devastazione - questa è, in buona sostanza, l'immagine che Roberta Li Calzi dà del centro sportivo ai consiglieri -, in cui verserebbe il Nettuno, a causa degli scellerati interventi compiuti dai vecchi gestori, nei due giorni che questi avrebbero avuto a disposizione per sgomberare le loro cose. La Li Calzi, per altro, coglie l'occasione anche per "bastonare" le opposizioni a Palazzo d'Accursio, ree, secondo lei, di aver parteggiato troppo sfacciatamente per lo Nsd Nettuno tennis club, nelle settimane precedenti, quando era pendente al Consiglio di Stato la questione sospensiva.

Però, qui, casca anche l'asino, come direbbe Totò: in base a quali informazioni avrebbe svolto l'intervento, l'assessore Li Calzi, se il sopralluogo dei "suoi" tecnici era stato sospeso? 

Riportando indietro le lancette dell'orologio, va detto che - si sta parlando sempre di lunedì 17 -, andati via Danielli, e la Pilati e, con loro, anche Poli, verso le 11.45 si sono presentate, irrompendo nel centro, un gruppo di persone, con alla testa Rebecca Ulivi e Simona Volta, responsabili di Nettuno sport center, la società subentrante. Se avssero o meno titolo per entrare nel centro, è cosa per lo meno dubbia, dal momento che il complesso non era stato ancora formalmente restituito al Comune e il Comune, per tanto, non avrebbe potuto, a rigor di logica, averlo già consegnato al nuovo gestore. Quel che è certo, è che anche queste persone hanno iniziato a girare per ogni dove, realizzando fotografie e filmati che, guarda caso, finiscono per testimoniare esattamente la situazione che, di lì a breve, la Li Calzi rappresenterà in consiglio comunale.

Dunque, almeno il mistero delle informazioni, quelle alla base delle denunce dell'assessore, apparirebbe risolto, anche se, comunque, resterebbe irrituale un intervento compiuto nell'esercizio delle proprie funzioni e in aula, ma sulla scorta di una documentazione quanto meno "informale".

Il peggio, però, si concretizza proprio il giorno successivo, quando, dopo aver portato a termine l'ispezione iniziata 24 ore prima - esattamente alle 13.30 del 18 febbraio - viene concordata per le ore 15.00 la consegna delle chiavi e la chiusura formale del verbale di riconsegna. Il che, puntualmente, avviene, consegnando al Poli un documento di 4 paginette, in cui - al di là di qualche inezia e di qualche richiesta che il Comune avanza al gestore uscente - si legge a chiare lettere: "Il centro sportivo, nel suo complesso, appare in buone condizioni di manutenzione e non risultano danneggiamenti".

Dunque, che fine hanno fatto le devastazioni, quelle "strillate" dalla Li Calzi in consiglio? Dove sarebbero i gravi danneggiamenti fotografati e filmati dai gestori entranti? Com'è stato possibile lanciare accuse tanto pesanti - annunciando anche azioni legali -, se proprio i tecnici del Comune hanno rilevato che, di danni, non se ne sarebbero riscontrati?

Solo un misunderstanding? Solo l'improvvida scelta di parlare, prima di leggere compiutamente la documentazione, da parte della Li Calzi? Si potrebbe certamente pensare a questo, se non fosse che, nel progetto dei subentranti, c'è la partecipazione significativa alla futura gestione del centro di Bugs Bologna - associazione per la promozione dello sport non omofobico - che, notoriamente, gode - ricambiata - proprio delle simpatie dell'assessore. Un dettaglio, quest'ultimo, sul quale domani, quando tutta la vicenda tornerà in discussione a Palazzo d'Accursio, qualcuno chiederà certamente chiarimenti, specialmente dopo aver sentito proprio la Li Calzi accusare i suoi antagonisti politici di eccesso di partigianeria verso i vecchi gestori buttati fuori.

Non è finita, qui, però. Nel verbale sopracitato, il Quartiere invitava il Nettuno tennis club a terminare lo sgombero di alcune cose ancora presenti nel centro e a fare alcuni interventi di ripristino di determinate situazioni. Roba da poco, ma per fare la quale, ovviamente, sarebbe stato necessario tornare nell'impianto, come, per altro, concordato tra le parti quello stesso martedì 18. Invece, nuovo colpo di scena: prima, il Poli viene informato che sarà necessario, da parte del Quartiere, rimettere mano al verbale appena chiuso, per annotarvi cose che ci si sarebbe dimenticato di scrivere, il che, francamente, è quasi inquietante, più che insolito; poi, viene rassicurato sull'eventuale possibilità di poter rientrare nel centro, accompagnato da un suo perito di fiducia; infine, alle 14.00 di oggi, 20 febbraio, viene avvertito del fatto che quest'ultima eventualità sarebbe ritenuta non opportuna dall'amministrazione. E tutto ciò è per lo meno singolare, dal momento che, come pare di tutta evidenza, sembra esserci l'intenzione di contestare al Nettuno tennis club qualcosa che non sarebbe stato rilevato in presenza dei responsabili del circolo e dopo che, per una settimana quasi, le chiavi e l'accesso sono stati in disponibilità altrui.

Adesso, non resta che aspettare la discussione sul tema in consiglio comunale.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter