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Roberta Li Calzi diserta il consiglio e non risponde sul Nettuno

L'assessore, però, fa intimare ai vecchi gestori: ridateci fari, reti e panchine entro lunedì

Roberta Li Calzi diserta il consiglio e non risponde sul Nettuno

Veduta aerea del Centro sportivo Nettuno

La battaglia sul centro sportivo di via Fancelli, quello gestito da Nettuno tennis club, fino al 31 dicembre scorso, e ora assegnato a Nettuno sport center, dall'amministrazione comunale, non c'è stata, oggi, a Palazzo d'Accursio.

Com'era prevedibile, all'uso degli esperti "lupi di mare" della guerra sottomarina, Roberta Li Calzi, avuta notizia della "uscita in mare" di tutti i cacciatorpediniere del Centrodestra, ha preferito immergersi in profondità, nascondendosi sotto il pelo dell'acqua e, cioè, di non rispondere alle domande presentate in aula da tre consiglieri (anche se, al momento di illustrarla, Giulio Venturi è risultato assente, facendo decadere l'interrogazione della Lega).  

Grosso modo, Forza Italia, Fratelli d'Italia hanno messo in luce quanto riportato dalla stampa - e, in primis, dal nostro giornale -, circa l'apparentemente inspiegabile intervento dell'assessore allo Sport di lunedì scorso, quello sul presunto stato di devastazione in cui sarebbe stato riconsegnato il centro sportivo al Comune, smentito, di lì a poco, non solo dal primo verbale,  redatto dal direttore del Quartiere Reno-Borgo Panigale, il giorno successivo, ma, sostanzialmente, anche dal secondo, consegnato nel tardo pomeriggio di ieri.

Nicola Stanzani, in particolare, ha evidenziato - leggendo in aula un capoverso di un quotidiano cittadino - la delicatissima questione della presenza, nel direttivo dell'associazione Bugs - quella che, per conto di Nettuno sport center, dovrebbe sviluppare parte delle attività, con la nuova gestione -, della compagna dell'assessore Li Calzi, reclamando, quindi, risposte urgenti da parte del sindaco a questioni che ha definito "fastidiose". Manuela Zuntini, poi, per Fratelli d'Italia, si è associata alla richiesta di una "valutazione politica e amministrativa circa l'intervento del suo assessore", definito quanto meno "affrettato e precipitoso", ma, aggiungendo: "evidentemente deve essere fatta chiarezza su quella che è l'imparzialità o meno della Li Calzi in questa..., chiamiamola "partita". Inoltre, la Zuntini ha segnalato come, da alcuni social, i gestori subentranti avessero pubblicizzato l'inizio delle loro attività già a partire da lunedì 17 febbraio - giorno concordato col Nettuno tennis club per il sopralluogo e la riconsegna, dunque, col centro ancora formalmente in mano all'associazione uscente -, chiedendo a Matteo Lepore un chiarimento preciso su tutti i passaggi dell'avvicendamento. 

Assente l'assessore, come detto, né il sindaco né alcuno dei suoi colleghi è stato delegato a rispondere, riservandosi, la giunta, di far arrivare agli interroganti una replica scritta e, in questo modo, congelando la polemica, almeno temporaneamente.

Tra l'altro, il dettaglio - che tanto dettaglio non è - degli impianti e delle attrezzature che sono state smontate e, in parte, portate via dal Nettuno tennis club, in quanto sarebbero di proprietà dell'associazione e non del centro sportivo comunale, pone un secondo interrogativo. E, cioè, quello sulla capacità economica del soggetto subentrante che, dal piano economico e finanziario presentato per ottenere l'assegnazione, sembrerebbe non aver fatto i conti con l'eventuale necessità di far fronte alle spese necessarie a sostituire e ripristinare tutti quei materiali. Materiali che, di fatto, sono indispensabili alla sviluppo delle attività sportive in quel luogo. In quest'ottica, la denuncia delle "devastazioni" - risultate inesistenti - potrebbero anche apparire come il presupposto per chiedere eventualmente un intervento finanziario da parte della proprietà, cioè, del Comune di Bologna.

Che quest'ultimo - al di là di quelli politici e amministrativi - sia il problema più urgente, sembra dimostrarlo una lettera - spedita con posta elettronica certificata proprio questa mattina -, con cui il Comune "invita" il Nettuno tennis club a riconsegnare "entro e non oltre il 24 febbraio" - espressione che sembra trasformare l'invito in intimazione - i fari di illuminazione dei palloni pressostatici, le reti dei campi da tennis coi relativi paletti e finanche le panchine di bordo campo. Ma queste attrezzature - in assenza delle quali i nuovi gestori non possono fare granché -, fanno parte, però, di quanto il Nettuno tennis rivendica come proprietà dell'associazione e, per tanto, difficilmente il vecchio gestore soddisferà la richiesta avanzata dall'amministrazione. Infatti, trattandosi di una disputa sui titoli di possesso di alcuni oggetti specifici, la giunta o avanza una proposta di acquisto/acquisizione a chi li detiene, oppure deve rivolgersi a un giudice, per poterli ottenere gratuitamente, sempre che gliene venga riconosciuto il diritto. 

Tutto ciò, per altro, mentre pende, sull'intricata situazione, la spada di damocle della giustizia amministrativa che, il prossimo 15 maggio, quando il ricorso di Nettuno tennis club verrà discusso nel merito, potrebbe sparigliare nuovamente le carte. Prudenza imporrebbe a tutti i contendenti di attendere quella data, ma sembra essere la fretta a dominare le azioni di almeno una parte degli attori in commedia.

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