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EDITORIALE

Lepore dispensa meno pane (per tutti) e più divertimento (per qualcuno)

Nettuno, Cierrebì e Dlf: promozione dello sport o fabbriche di tifosi della giunta?

Lepore dispensa meno pane (per tutti) e più divertimento (per qualcuno)

Matteo Lepore

Finalmente, si è capito che fine faranno, nel prossimo triennio, i ricavi degli aumenti della sosta e del biglietto dell'autobus. Dopo aver pianto miseria per alcuni giorni, per i tagli del governo che metterebbero a serio rischio il welfare cittadino, Matteo Lepore annuncia di aver già speso 2 milioni e passa per l'acquisto dell'area ex-Dlf e d'essere intenzionato a spenderne almeno altri 9, per portare quel luogo al massimo splendore entro il 2027.

L'annuncio di questa decisione è stato accompagnato da due altre azioni, da parte della giunta: quella tesa ad assicurarsi quanto prima il controllo dell'ex-centro sportivo Nettuno e quella - con la singolare delibera dell'apposita "conferenza dei servizi" - finalizzata a soddisfare le pretese della proprietà dell'ex-Cierrebì, che vorrebbe sostituire i campi da tennis e la piscina al servizio dei cittadini del quartiere con un centro benessere di lusso.

Al tempo dei romani - quelli antichi -, una politica siffatta si sarebbe definita da "panem et circenses", nei modi e nello stile perfettamente inquadrati da Carl W. Weber, nel suo celebre e omonimo saggio, tradotto e diffuso in italiano alla metà degli anni '80, dall'editore Garzanti. Solo che, a esser onesti, per quanto Bologna sia un po' più ricca di altre città del Paese, anche qui di pane non ce n'è più molto e il Comune, a quanto pare, sembra preoccupato solo di promuovere il divertimento.

Divertimento di chi?

Andando in ordine inverso, partendo dal Cierrebì (nella foto sopra, il direttivo del comitato che contesta la giunta), le risposte sono tutto sommato facili. In quel caso, infatti, se la trasformazione dell'ex-polo ricreativo della Cassa di risparmio fosse trasformato in una "spa", a divertirsi e non poco sarebbero alcuni soci del Bologna F.c. 1909 o addirittura tutta la società, dato che quel luogo, dopo tanti giri di valzer, è finito in mano a loro. Certo, c'è ancora da superare l'ostacolo del vincolo cimiteriale che impedisce di procedere tosto alla realizzazione della nuova struttura di benessere a pagamento, ma, come si è già detto, la conferenza dei servizi, chiamata a esprimere il parere che dovrebbe dare il via ai lavori, invece di limitarsi a sottolineare l'esistenza di questo ostacolo, che dovrebbe essere insormontabile, ha prodotto un singolare documento che, di fatto, è un invito al consiglio comunale a rimuoverlo, con un'apposita delibera che, per di più, risulterebbe comunque di dubbia legittimità.

Del centro sportivo Nettuno, poi, neanche a parlarne. Nicola Stanzani l'ha definita questione delicata e fastidiosa; Manuela Zuntini ha chiesto che questa partita venga giocata con "imparzialità", ma quale maglietta abbia deciso di indossare l'assessore Roberta Li Calzi è facile a scoprirsi, basta andare sui social e spulciare tra le foto della Bugs Bologna. Da queste immagini, infatti, s'evince non tanto il sentimento che legherebbe l'assessore a Vania Dauria (che sarebbe una dirigente di Bugs. Nella foto in alto, insieme all'assessore), ma anche come questa amicizia sia nata o si sia rafforzata proprio nella comune militanza sportiva proprio in quell'associazione che, adesso, vorrebbe mettere le mani - o ha messo già le mani - sugli impianti di via Fancelli (nella foto in basso, la Li Calzi e, alla sua destra, la Dauria, in campo insieme per la Bugs). Dunque, a divertirsi, in questa caso, sarebbero, in primo luogo, i proprietari e i dirigenti di quella associazione e quelli della società con cui collaborano, in questo genere di attività, la Nettuno sport center. Con buonapace dei 9000 soci e utenti che, per anni, hanno animato e fatto progredire quel parco, altrimento destinato al degrado come tante altre aree periferiche della città.

Chi si divertirà all'ex-Dopolavoro ferroviario (nell'immagine sotto, una piantina dell'immensa area), invece, è presto per dirlo, anche se, come negli altri casi, le voci già circolano insistenti. Per ora, i vantaggi diretti saranno appannaggio delle imprese che saranno chiamate a ristrutturare il complesso e a cui andranno lavori per milioni e milioni di euro. Ma ciò, tutto sommato, è naturale e anche un bene per l'economia generale, se non fosse per quel piccolo particolare degli aumenti a raffica dei principali servizi di mobilità cittadina. 

C'è da sperare, però - è meglio dirlo prima -, che il sindaco si affretti a smentire o che, comunque, che faccia in modo di evitare di coinvolgere, nella futura gestione degli impianti sportivi del Dlf, la società Pontevecchio, quella che ha visto la presenza, come allenatore e senior coach, proprio di suo padre, Raffaelle Lepore, e che attualmente ha per tesoriere Manuela Verardi, ex-assessore e consigliera comunale del Pci-Pds. Una società sportiva che, come molti ricordano a Bologna, riuscì a rilanciarsi dopo i guai finanziari che portarono al suicidio l'ex-patron, Franco Masetti, nel 2012, fino a diventare, proprio negli ultimi anni - gli stessi anni che hanno visto Matteo Lepore assessore allo Sport, prima, e sindaco, poi - una delle realtà del settore più forti e ramificate in città. 

Di una cosa, però, si può essere sicuri, fin da oggi: che si tratti di operazioni che creano buoni rapporti con soggetti forti della città - come nel caso del Bologna F.c. 1909, interessato alla speculazione sull'ex-Cierrebì -; oppure che saldano legami con realtà che hanno un ben preciso indirizzo politico - come nel caso della Bugs -; o ancora che potrebbero assumerlo, questo indirizzo favorevole alla giunta, se la Pontevecchio si assicurasse la gestione degli impianti Dlf; ecco, tutto questo agitarsi sul fronte sportivo di Lepore sembra avere come obbiettivo primario quello di moltiplicare gli ultras dell'amministrazione comunale in città, in vista delle elezioni del 2026. 

Insomma un po' più di divertimento per molti, ma anche meno pane per tutti, perché qualche pagnotta, per pagare l'autobus o la sosta, bisognerà toglierla dal carrello, a partire da marzo e per i prossimi anni.

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