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La Li Calzi dà appuntamento a tutti il 4 marzo

Ma il comitato ne chiede le dimissioni: "Lei fa le veci del privato"

La Li Calzi dà appuntamento a tutti il 4 marzo

Giancarlo Pizza, di Fd'I

Ancora polemiche e colpi di fioretto - o meglio: sciabolate -, tra comitato, consiglieri comunali e un'ancora non pervenuta assessore Roberta Li Calzi, la quale, anche oggi, a una settimana dall'inciampo sul centro sportivo di via Fancelli, non si presenta in aula, dove Giancarlo Pizza, ex-presidente dell'Ordine dei medici e attualmente consigliere di Fratelli d'Italia, solleva nuovamente la questione dell'altro impianto su cui si sta infuocando la polemica, quello di via Marzabotto.

L'esponente dell'opposizione, infatti, ha puntato il dito contro il verbale della conferenza dei servizi che, a suo dire, "poco chiara", poiché non specificherebbe affatto a cosa potrebbe mai autorizzare a fare del Cierrebì la società spagnola che è candidata a rilevarne l'uso. Anzi, sottolinea Pizza, a ben leggere il documento, sotto la denominazione "determinazione di conclusione positiva", la "conferenza dei servizi" vincola le richieste del signor Felipe Mario Barrocal Dos Ramos Leite Barbosa a tutta una serie di atti amministrativi preventivi che, di fatto, sembrano prefigurare, al contrario, un giudizio negativo.

Infatti, specialmente per ciò che riguarda l'ostacolo principale alla trasformazione del Cierrebì da luogo di sport per tutti a centro benessere di lusso - cioè, il vincolo di rispetto cimiteriale - il documento dice espressamente come occorra "ridurre" l'estensione della fascia attualmente in essere e come, per determinare questo cambio di parametri urbanistici, siano necessari, in primo luogo, un parere favorevole dell'Azienda sanitaria (che, a tutt'ora, non è stato ancora espresso); in secondo luogo, la stipula e l'approvazione di uso pubblico della struttura ai sensi dell'azione 2.2a del Pug (che ancora non sarebbe agli atti); in terzo e fondamentale momento, un chiaro e palese voto di approvazione del tutto da parte del Consiglio comunale.

Tradotto in linguaggio corrente: con le norme attualmente in vigore, il progetto della Go Fit non si può realizzare, ma il parere della "conferenza dei servizi" è comunque "positivo", in quanto la maggioranza di Palazzo d'Accursio può sempre (forse) cambiare le regole.

Insomma, la questione è ancora di là dall'essere risolta. Tanto è vero che Pizza ha anche evidenziato come i problemi maggiori di questa struttura, in realtà, fossero ben noti all'amministrazione comunale quanto meno dal 22 ottobre 2021, quando Francesca Scarano - all'epoca presidente del Gruppo misto, oggi nella stessa funzione in Fd'I - presentò un ordine del giorno in Comune, affinché la giunta prendesse iniziative per ripristinare l'agibilità, per i cittadini del quartiere, degli impianti del Cierrebì che già allora stavano mostrando segni di degrado.

D'altro canto, le sottolineature solo apparentemente positive della "conferenze dei servizi" costituiscono anche la ragione per cui Andrea Albicini, tra i fondatori del comitato sorto a difesa del Cierrebì, ha chiesto sabato mattina le dimissioni della Roberta Li Calzi, sottolineando come l'assessore, che ha dato appuntamento a tutti per il prossimo 4 marzo - in un'assemblea pubblica in Quartiere - sembri fare le veci della società spagnola e del Bfc Real estate srl (la società del Bologna che ha acquisito la proprietà dell'area), piuttosto che interpretare il ruolo istituzionale, con una conseguente e maggiore attenzione per i diritti e le esigenze di chi vive in quel pezzo di città.

Dunque, adesso sarà interessante vedere e ascoltare, viste le premesse poco concilianti, cosa accadrà nel confronto dirtetto tra amministrazione e cittadini.

Nel frattempo, i responsabili del Nettuno tennis club non hanno ritenuto di ottemperare alla pretesa del Comune che, entro oggi, aveva chiesto agli ormai (per ora) ex-gestori del centro di via Fancelli di restituire quella parte di attrezzature sportive, senza le quali i subentranti non sarebbero in grado di far ripartire le attività. I legali dell'associazione "espulsa", infatti, dato anche l'atteggiamento assunto verso di loro dall'amministrazione, hanno ben suggerito di vincolare ogni definizione della controversia alle decisioni che, su ogni singolo aspetto, verranno assunte in sede legale. Certo, c'è sempre la possibilità di trovare soluzioni tramite accordi "bonari", ma per fare un accordo, dicono alle porte della Barca, bisogna essere disposti non solo in periferia, ma anche in piazza Maggiore.

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