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Roberta Li Calzi in aula, per dribblare tutte le domande

Nessuna spiegazione sull'"infortunio" del 17 e sui suoi rapporti con Bugs

Roberta Li Calzi in aula, per dribblare tutte le domande

Roberta Li Calzi rompe il silenzio, sui circoli Nettuno ed ex-Cierrebì, presentandosi al Question time, in programma stamattina a Palazzo d'Accursio, dove Manuela Zuntini, Nicola Stanzani e Giulio Venturi (in foto, sotto, nello stesso ordine) le hanno posto le questioni anticipate ieri. A loro, poi, si è aggiunta anche Francesca Scarano, con una nuova interrogazione sul futuro dell'ex-circolo ricreativo della Cassa di Risparmio.

Prima di entrare nei dettagli, va detto subito che, forse, il sindaco avrebbe fatto miglior cosa, suggerendo al suo assessore di insistere nella latitanza, poiché, per dare le risposte che si sono ascoltate, è necessaria una smodata - e, in questo caso, ingiustificata e inesistente - fiducia nella stupidità di chi ascolta - consigliere comunale o cittadino che sia -, dimostrando solo il profilo arrogante del potere che si esercita, più o meno casualmente.  

Le domande dei tre oppositori, tutto sommato, erano due, identiche e facili a intendersi. La prima, inerente l'abissale divario tra la realtà effettiva e quella rappresentata dalla stessa Li Calzi, il 17 febbraio, circa le condizioni in cui è stato restituito al Comune il centro sportivo di via Fancelli, da parte dei gestori inopinatamente cacciati via. Con la seconda, invece, si è chiesto all'assessore di chiarire i suoi rapporti con l'associazione Bugs, partecipe della nuova gestione, per rassicurare la città che, nell'assegnazione degli spazi pubblici, da parte dell'amministrazione comunale, non si sarebbero né si faranno mai preferenze a favore di questo o di quello, oppure si abbiano occhi di riguardo per realtà amiche.

Sulla prima questione, l'assessore ha testulamente affermato: "Lunedì 17 febbraio ho affermato una cosa che ripeto senza problemi in quest'aula e, cioè, che il centro sportivo non era efficiente e funzionante, per quello che si poteva constatare oggettivamente e che è stato visto anche dalla cittadinanza, attraverso foto e video". Inoltre, ha sottolineato di non aver mai parlato di "devastazioni" o cose simili. Il che non è affatto vero.

Infatti, quel giorno, la Li Calzi prese la parola affermare, sempre testualmente, quanto segue: "Questa mattina si è svolto il sopralluogo presso il centro sportivo Nettuno, situato a Bologna in via Fancelli, alla presenza del rup, dottor Massimiliano Danielli, direttore del quartiere Borgo Panigale Reno, presente per conto dell'amministrazione comunale, la situazione che è stata trovata è la seguente...". E ha snocciolò, appunto, una sequenza di presunti danni arrecati alla struttura, elencati come se stesse leggendo il verbale dell'ispezione appena citata, da cui, adesso, lei dice di aver evinto come la struttura non fosse "efficiente e funzionante"; mentre tutta - ma proprio tutta - la stampa e i consiglieri presenti, rafforzati proprio dalle foto e dai video diffuso poco dopo e citati oggi, desunsero che il centro Nettuno fosse stato praticamente distrutto e reso inagibile.

Dunque, l'assessore può pure ripetere ciò che ha aveva già detto, ma non dica di poterlo fare senza problemi, dal momento che non ha affatto spiegato agli interroganti e alla cittadinanza come possa aver mai denunciato gli esiti di un sopralluogo che, al momento in cui prese la parola, era in corso e non ancora terminato, elencando una serie di problemi e danni che, in verità e in gran parte, nei verbali del direttore di quartiere non sono indicati, almeno nel modo da lei rapportato: né in quello redatto e consegnato la mattina successiva, 18 febbraio, né nel secondo di qualche giorno dopo.

Oggi, infatti, al primo punto delle interrogazioni, non c'erano le effettive condizioni dell'impianto - dichiarate in ottimo stato e in efficienza dal direttore del Quartiere -, bensì le ragioni che avrebbero indotto la Li Calzi a dire il contrario della verità.

La Li Calzi, poi, a dimostrazione delle sue parole di oggi e di ieri, ha evidenziato come, infatti, attualmente, non si possa svolgere alcun tipo di attività al Nettuno, a dimostrazione della sua inagibilità. E su questo punto - ma, ormai, è materia più di contesa giudiziaria tra le parti, che di politica e amministrazione -, forse, è bene che qualcuno spieghi all'assessore la differenza che esiste tra un bene riconsegnato "in buone condizioni di manutenzione" e dove "non risultano danneggiamenti" e la possibilità di usufruire immediatamente del bene stesso o delle sue potenzialità. Si può chiarire il punto con un esempio facile e banale: se un inquilino restituisce l'appartamento al proprietario in buon condizioni e senza danni, perché il padrone ha deciso di affittarlo a un terzo, non è detto che il nuovo affittuario possa dormirci il giorno stesso della riconsegna delle chiavi, magari, appunto, perché l'arredamento era del precedente inquilino, il quale, per altro, senza una precisa richiesta e accordo diversi, ha pure fatto staccare la luce. 

Quindi, il problema non era che i nuovi gestori Nettuno sport center e Bugs non fossero stati in grado di far ripartire subito le attività del centro, ma, appunto, il fatto che l'assessore si sia preoccupato tanto di questo aspetto, al punto di additare i predecessori come incivili e sleali.

E perché si era tanto preoccupata di ciò, la Li Calzi (nella foto, accosciata assieme alle amiche della discussa associazione) , sollevando il sospetto di non esser stata sufficientemente imparziale, in questa partita? L'assessore ha sorvolato, affermando solo questo: "In merito all'imparzialità, dirò che i progetti che vengono presentati ad avvisi pubblici non li sceglie l'assessore di riferimento [...]. Quanto all'essere di parte, è vero, lo sono, come di parte deve essere ogni amministratore o amministratrice, cioè, sono dalla parte dei cittadini, che ad oggi non sono messi nella condizione di poter utilizzare il centro sportivo Nettuno". E con questo, cosa avrebbe spiegato la Li Calzi, circa i suoi rapporti con Bugs e Nsc? 

L'assessore non si è resa conto di non poter risultare credibile, sostenendo, nello stesso tempo, di non essersi interessata delle procedure burocratiche di una vicenda, quella del centro Nettuno, nata appunto da un'anticipazione, per di più sbagliata, proprio di una di quelle stesse procedure? E siccome si è parlato in aula, esplicitamente, di conflitto d'interessi, non sarebbe stato il caso di smentirne seccamente l'esistenza? Addirittura un quotidiano "amico" dell'amministrazione di cui fa parte la Li Calzi ha anche indicato senza mezzi termini in chi e in che cosa potrebbe consistere questo conflitto: perché sorvolare bellamente la spinosa questione? 

Inevitabile, quindi, la dichiarazione di insoddisfazione, da parte di tutti e tre gli interroganti, i quali, proprio sul secondo punto, hanno sottolineato come è difficile sostenere di non essersi mai occupata dell'assegnazione del centro ai nuovi gestori, "se non altro perché c’è stata anche una deliberazione della giunta del 31 maggio 2022, a cui ha partecipato anche la LiCalzi, che sceglieva il progetto presentato da Nettuno Sport Center".

Non meglio è andata, rispondendo alla Scarano 8foto sopra), sull'ex-Cierrebì. Due le questioni poste: una contingente, riguardante la sicurezza di quel luogo, oggetto di un rogo doloso nei giorni scorsi; l'altra annosa, sul futuro del centro.

Qui l'assessore si può dire che abbia superato se stessa: da una parte, infatti, ha scaricato tutte le responsabilità sul proprietario, dal momento che l'incendio è stato appiccato dentro la struttura; dall'altra, ha ribadito la volontà di illustrare personalmente ai cittadini, il prossimo 4 marzo, proprio il progetto dei privati che, dal resto del suo intervento, sarebbe risolutorio d'ogni problematica. Ha superato se stessa, la Li Calzi, dal momento che, in primo luogo, se tanto buoni sono i rapporti tra Comune, proprietà e società di gestione del futuro centro benessere, non si capisce cosa abbia ostato nel chiedere ai due soggetti privati, in attesa di realizzare il loro progetto, di mettere almeno in sicurezza il centro, dato che sono anni che si segnalano episosi di degrado e criminalità. In secondo luogo, non si  capisce cosa andrà mai a illustrare l'assessore ai cittadini, il prossimo 4 marzo, se ancora nemmeno esiste la convenzione per gli eventuali usi pubblici di almeno parte della struttura. Sempre che il Comune non ritenga proprio dovere pubblicizzare la qualità e il livello dei servizi e dei trattamenti di benessere della Go Fit, al pari di un qualsiasi piazzista.

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