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POLITICA
28 Febbraio 2025 - 23:30
Maurizio Sicuro
Nuovo, durissmo colpo per i gestori attuali (e cacciati) del centro sociale Villa Paradiso, del quartiere Savena: Il Tar dell'Emilia-Romagna ha respinto la richiesta di sospensiva sullo sfratto intimato a loro dal Comune di Bologna. Dunque, a seguito dell'ordinanza che arriva dal Tribunale amministrativo, Palazzo d'Accursio ha confermato òa decisione di buttare fuori l'associazione accusata di aver avuto un imprudente occhio di riguardo per le ragioni della Russia.
Forti della decisione giudiziaria, però, gli uomini del sindaco ora si vestono di generosità e fanno sapere che, prima di eseguir lo sfratto, incontreranno i gestori da buttare sulla strada, "per concordare modalità e tempi per il rilascio dei locali, anche in considerazione delle attività già calendarizzate per consentire una transizione nella gestione".
Insomma, a loro almeno, contrariamente a quanto accaduto col Tennis club Nettuno, almeno i canoni 8 giorni saranno assicurati, prima della pedata nelle terga.
Alla base della decisione di respingere la richiesta di sospensiva, il Tar, riferiscono a Palazzo d'Accursio, ha considerato "l'ampia discrezionalità del Comune sulle modalità di impiego dei beni di cui è titolare in funzione delle esigenze di pubblico interesse sottoposte alla sua cura; che, alla scadenza dell'atto di conferimento a terzi del godimento di beni pubblici, l'amministrazione è libera di optare per un diverso utilizzo dei medesimi".
Tutto certamente corretto, se non fosse che l'amministrazione, a dire il vero e al di là di espressioni generiche che tutto o nulla vogliono dire, non ha mai precisato come intenda impiegare quella struttura.
Inoltre, i giudici hanno ritenuto che la delibera di giunta "non pare aver travalicato i limiti della ragionevolezza, giacché gli elementi di fatto su cui si basa trovano riscontro nei dati statistici dell'area di afferenza della casa di quartiere Villa Paradiso, e la misura adottata appare coerente con l'obiettivo di creare un punto di incontro fra diverse fasce di popolazione ove attivare interventi a favore delle fasce più deboli della cittadinanza". E che, infine, "non emergono elementi che conducano a dubitare che l'amministrazione comunale abbia fatto un utilizzo sviato dei poteri di cui è titolare, in relazione ad accadimenti occorsi durante la gestione della Casa di quartiere in questione da parte dell'associazione ricorrente".
Insomma, se Roberta Li Calzi, col Nettuno, si è un po' tradita imprudentemente, nel maneggiare gli atti degli uffici, chi ha gestito l'affaire di Villa Paradisi si è ben guardato dal metter "nero su bianco" ciò che è stato ripetuto più volte in tante dichiarazioni e, cioè, che il circolo lì radicato non poteva più restare per le sue ben note posizioni sul conflitto ucraino-russo e sull'invasione e le stragi israeliane a Gaza. Insomma, per quanto non meno faziosi, nella giunta ci sono anche uomini e tecnici avveduti.
la prima reazione dei soccombenti è stata forzatamente misurata: "Siamo meravigliati e dispiaciuti per questa decisione del Tar". Anche se Maurizio Sicuro, leader dell'associazione che ha appena perso la battaglia legale, non esclude altri ricorsi: "Verificheremo la possibilità di ulteriori iniziative, ma, oggi, di certo non ci sentiamo definitivamente sconfitti. Abbiamo avuto il sostegno di quasi 400 cittadini e cittadine del quartiere Savena per richiedere un consiglio aperto, che si dovrà tenere entro i prossimi 30 giorni".
Insomma, 1 a 0, sicuramente, a vantaggio del Comune, ma... palla al centro e... correre!
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