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ALLUVIONE
03 Marzo 2025 - 18:48
Con ben poca evidenza di stampa, venerdì scorso, alla Sala dell'Angelo, in via San Mamolo, si è svolto il faccia-a-faccia tra i residenti della fascia collinare bolognese e il sindaco, per discutere il "da farsi" per evitare che si ripetano i disastri provocati dall'alluvione dello scorso ottobre.
Un incontro - va detto subito - condizionato - e non poteva essere altrimenti - dall'intervento iniziale di Francesco Cicognani, presidente di ComiColli (foto in basso), il quale, leggendo un testo, ha messo subito i puntini sulle "i", circa l'utilità di appuntamenti del genere: "Lo schema è noiosamente consueto: i funzionari comunali, con narrazioni spesso fantasiose e talvolta prive di riscontro, raccontano quanto sono stati bravi a raggiungere risultati mirabolanti in ossequio alle meravigliose sorti e progressive del nostro Comune dopodiché i cittadini si lamentano e la cosa finisce lì; palla al centro e l’amministrazione procede a porta vuota. Nella scala di Sherry Arnstein, quella che misura il grado di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, saremo dunque confinati alla partecipazione simbolica o Tokenismo, definito dal dizionario Zanichelli come: pratica di fare concessioni formali a minoranze o a gruppi sottorappresentati per dare l’impressione di equità e rispetto delle pari opportunità".
Non che si sia limitato a criticare, Cicognani, il quale, nella seconda parte del suo discorso, ha evidenziato come e cosa si potrebbe fare, con la dovuta urgenza, per evitare che torrenti come Aposa e Ravone mettano a soqquadro l'intera città o quasi, anche nei giorni di poggia "ordinaria": "Da tre anni, prima dei fenomeni di dissesto, chiediamo di promuovere la costruzione di dispositivi di laminazione, dal banale bidone sotto la grondaia, alle cisterne sotterranee, ai microlaghi. Già la Regione, con la Priolo, anni or sono, promosse un bando con incentivi per questo, ma da allora ogni nostra richiesta in tal senso non è stata presa in considerazione oppure negata. Un banale sondaggio tra gli iscritti a Comicolli indica come molti di noi sarebbero disponibili, se incentivati, a collocare sulle proprietà dispositivi di laminazione che, in allerta meteo, potrebbero essere svuotati per essere disponibili a raccogliere le acque; nell’area collinare esistono punti in cui è possibile costruire piccoli laghi capaci, come valore aggiunto, di creare ecosistemi utili per la mitigazione climatica e per la fauna selvatica. Non ci illudiamo di riuscire a governare gli eventi estremi, ma potremmo sicuramente mitigare gli eventi ordinari ottenendo comunque risultati soddisfacenti. La cittadinanza attiva della collina è dunque pronta ad un confronto costruttivo con l’amministrazione su questo e su altri temi, modello vincente viste le esperienze positive ottenute dalla comunità quando si sono sposate sensibilità, speranze e visioni come con l’assessora alla sicurezza Matilde Madrid per il comune progetto sulla sicurezza".
Dunque, nel richiamare l'esperienza del Protocollo sicurezza, il presidente di ComiColli ha sottolineato la necessità di avere possibilmente un unico tavolo tecnico degli enti preposti alla cura e alla salvaguardia del territorio, prevedendo la partecipazione ai lavori di detto tavolo anche dei cittadini residenti nelle zone interessate.
Matteo Lepore (secondo da destra, tra quelli seduti al tavolo), prendendo la parola, inizialmente, è sembrato accogliere questa impostazione, rimarcando, da parte sua, l'importanza della collaborazione proprio con ComiColli, e assicurando di essersi impegnato, fin dai giorni successivi al disastro di ottobre, per far sì, appunto, che Comune e Regione diventassero i primi, se non gli unici referenti per le prossime attività di ripristino delle condizioni di sicurezza del territorio e di progettazione e attuazione delle opera necessarie a far sì che il futuro non porti ad atre situazioni drammatiche, come quelle dello scorso autunno.
Inoltre, cosa più importante, ha assicurato come, a questo tavolo tecnico - partecipato da tutti gli altri enti chiamati a governare i diversi cicli delle acque del territorio e presieduto da Comune e Regione -, saranno certamente chiamati i residenti, associati tra loro o meno, interessati ai problemi da risolvere.
Poi, però, a conferma delle parole di Cicognani, il sindaco, invece di elencare ciò che sarebbe stato già fatto o sarebbe in procinto di fare l'amministrazione per sventare un pericolo che potrebbe palesarsi di nuovo non tra un anno, ma anche nelle prossime settimane, ha distillato all'uditorio una lunga teoria di analisi, indagini, sopralluoghi, preventivi studi e altre quisquilie burocratiche da disbrigarsi, prima di concretamente mettere mano a qualsiasi altra cosa. E, a quel punto, buona parte degli astanti ha iniziato a rumoreggiare, quando non a protestare apertamente, visto che, di chiacchiere, per loro, se ne erano già ascoltate a sufficienza, nelle settimane e nei mesi scorsi.
Subito, l'intervento della vicepresidente di ComiColli, Anna Maria cesari, la quale, tra le altre cose, ha chiesto al sindaco d'impiegare gli ingenti fondi stanziati per il fantomatico progetto - e temutissimo dai residenti - "Impronta verde", al ripristino e alla tutela della collina. Si parla di una cifra intorno al 15% dell'intero bilancio comunale, dunque, di una montagna di quattrini che, se non per tutti, potrebbero ben servire a rimettere a posto molti dei problemi della collina.
Da qui, la maschera indossata dall'amministrazione per l'occasione è sembrata cadere. Non solo perché sindaco ha negato che esista una tale previsione di spesa, interrompendo la Cesari, la quale, sorpresa da questa smentita, ha dovuto replicare immediatamente che si tratterebbe di un progetto e di uno stanziamento già formalmente illustrati in sede di consiglio di Quartiere. Ma, appunto, perché in tanti, tra i presenti, hanno avuto la sensazione che il Comune, a seconda delle esigenze, adotti una lingua e discerna di procedure e di iniziative diverse tra loro, senza fornire alcuna reale garanzia di impegno ed efficienza sulle necessità sentite dalla cittadinanza.
Tanto più che, poco dopo, Rosa Maria Amorevole, presidente del Quartiere, non dal palco, ma interloquendo con alcuni astanti, ha precisato che sì, i cittadini saranno invitati al tavolo tecnico del Comune, ma solo in seconda battuta, cioè, nel senso che, in un primo momento, detto organismo si riunirà per decidere cosa, come e quando operare sul territorio; e, solo successivamente, sarà aperto alle rappresentanze dei residenti, per illustrare loro, di fatto, le decisioni già assunte. Il che, ovviamente, è esattamente contrario alle speranze dei cittadini e dei comitati che vorrebbero aver voce in capitolo nel momenti decisionali, per dare un contributo effettivo ed efficare nell'individuazione delle vere criticità della collina e nella compilazione della scaletta delle priorità a cui attendere.
Dunque, quello che avrebbe potuto - e dovuto - rappresentare un primo, vero momento di interlocuzione costruttivo tra amministrazione e amministrati, si è risolto nel solito rito delle promesse e degli annunci, condito col mistero di un progetto che, dopo aver causato molti di mal di pancia tra i residenti, adesso viene dichiarato inesistente o non finanziato, facendo perdere anche la speranza di poter utilizzare almeno parte di quei fondi per iniziare sul serio a mettere in sicurezza la collina di Bologna.
Insomma, per usare la stessa citazione finale di Cicognani: "Ora l’inverno del nostro scontento potrebbe essere reso estate radiosa da questo sole di York, ma attualmente il sole dell’amministrazione resta pallido, almeno in collina".
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