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ll mistero dell'incidente di Ramy: il palo rimosso e il giubbino scomparso

La perizia cinematica ancora in sospeso: cosa potrebbe rivelare sull'incidente

(Fonte RAI)

(Fonte RAI)

Il 24 novembre 2024, Ramy Elgaml, un ragazzo di 19 anni originario dell’Egitto, perdeva la vita in un incidente stradale durante un inseguimento dei carabinieri a Milano. Il giovane, in sella a uno scooter guidato da Fares Bouzidi, è finito contro un palo del semaforo in via Ripamonti, rimanendo "parzialmente incastrato", come documentato dai soccorritori. Ma adesso, a distanza di tempo, emergono nuove informazioni che complicano ulteriormente la ricostruzione dei fatti.

Secondo quanto riportato dall'ingegnere Marco Romaniello, incaricato della perizia cinematica per chiarire la dinamica dell'incidente, il palo sotto cui il corpo di Ramy venne trovato non c'è più. Lo stesso Romaniello ha scritto in una mail dell'8 febbraio che il palo è stato rimosso dall'A2A due giorni dopo l'incidente. Un’ulteriore complicazione è che l’avvocato Barbara Indovina, che rappresenta la famiglia di Ramy, ha sollecitato più volte i magistrati chiedendo spiegazioni riguardo la rimozione del palo, che considera un elemento cruciale per la ricostruzione dei fatti.

La vicenda si arricchisce di un altro mistero: anche il giubbotto indossato da Ramy quella notte non è stato mai ritrovato. Nonostante le richieste dell’avvocato, non ci sono risposte dai magistrati che indagano sull'incidente, che vede coinvolti Fares Bouzidi e il carabiniere che guidava la gazzella dell'Arma. 

Secondo alcuni testimoni e le immagini raccolte durante le indagini, sembra che Ramy abbia colpito il palo sul marciapiede. Altri invece ipotizzano che a causare il decesso sia stato l’impatto con l’asfalto. Gli inquirenti non hanno ancora fornito risposte definitive, ma si attendono a breve i risultati di due perizie fondamentali: quella cinematica e quella autoptica. Se la prima non ha ancora svelato novità, la seconda conferma che Ramy è morto a causa della lesione dell’aorta, dovuta a un impatto estremamente violento.

Nel frattempo, l’inchiesta si allarga, con un altro filone che riguarda il favoreggiamento, la frode processuale e il depistaggio da parte di due carabinieri, mentre un terzo carabiniere è indagato per falso in relazione a un verbale ritenuto non veritiero. Nonostante le difficoltà, la famiglia di Ramy, assistita dai legali, continua a chiedere verità e giustizia per il giovane, cercando di capire come si sia arrivati alla tragica morte del ragazzo. La vicenda sta diventando sempre più complessa e potrebbe riservare nuovi sviluppi nelle prossime settimane.

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