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POLITICA
11 Marzo 2025 - 15:15
Il murales che ricorda Lorusso in via Zamboni
A 48 anni dalla morte di Francesco Lorusso, a Bologna, cori e canti in via Mascarella per ricordare lo studente di Lotta continua colpito dagli spari dei Carabinieri, durante gli scontri del marzo 1977. E anche stavolta, come negli ultimi anni, è scattata una contestazione nei confronti del vicesindaco, Emily Clancy, arrivata sul posto per deporre una corona di fiori a nome del Comune, sotto la lapide dedicata a Lorusso.
In prima, infatti, c'erano fila i sostenitori di Villa Paradiso, ai ferri cortissimi con l'amministrazione, che ha deciso di sfrattare gli attuali gestori della casa di quartiere di via Emilia Levante.
Come ogni anno, dalle 10 in poi, nel punto in cui Lorusso perse la vita, si ritrovano militanti di diverse generazioni. "Francesco vive nelle lotte", si legge sullo striscione appeso di fianco alla lapide. Poi una bandiera rossa di Lotta continua e due mazzi di fiori: uno del Comitato piazza Carlo Giuliani e l'altro del Laboratorio Crash. Poco più in là, alcuni tazebao incollati sulle colonne del portico recitano: "Francesco vive nella lotta di classe", con annessa falce e martello. "Oggi attraversiamo questa giornata con tanta rabbia" - grida al microfono una ragazza - "quella coltivata in via Mascarella è una memoria che non può essere sterile, altrimenti non serve a niente: dev'essere una memoria di parte, situata e conflittuale. Francesco calpesta le strade della zona universitaria e di tutta Bologna insieme a noi e lotta con noi lotta contro il sistema vigente, contro la precarietà delle nostre vite, contro il genocidio in Palestina, contro i manganelli di Stato e contro i fascismi del 2025. Lui sarebbe qui ad attraversare queste strade".
Per quanto riguarda l'amministrazione, a differenza del passato, l'arrivo di Clancy è annunciato non per le 10,30 bensì per le 12. Nel frattempo, però, un fioraio arriva e, per errore, deposita sotto la lapide sia la corona inviata dal Comune sia quella dell'Università. Subito una donna incolla, sui due nastri, una raffica di adesivi con scritto: "Io sto con Villa Paradiso", coprendo le firme di Comune e Alma Mater.
Poco dopo, il fioraio torna a prendersi la corona dell'amministrazione, che, poi, viene riportata lì dalla Clancy, accompagnata dal consigliere comunale Detjon Begaj e altri sostenitori di Coalizione civica. A quel punto, i militanti più giovani sono andati via e sono stati quelli più attempati a contestare il vicesindaco: "Nessuna memoria condivisa", gridano alcuni; "Vergognatevi, avete assassinato Francesco con i vostri carri armati", risuonano altre voci; altri ancora gridano: "guerrafondai". Poi, risuona un: "Andate via, basta provocare, non c'entrate un cazzo qua!".
Sempre la stessa donna che aveva attaccato gli adesivi sui nastri, ricomincia ad attaccare gli sticker sula corona del Comune. La Clancy li rimuove e così via. Qualcuno, alle sue spalle, attacca un adesivo anche sulla fascia tricolore indossata dal vicesindaco, la quale tende di dialogare, ma senza risultati. "E' comodo manifestare contro il decreto Sicurezza e poi fare le stesse cose", le dice in faccia il presidente di Villa Paradiso, Maurizio Sicuro (foto sopra). Poche ore prima, il sindaco, Matteo Lepore, aveva pubblicato sui social una foto che lo ritrae mentre depone un fiore sulla tomba dello studente di Lotta continua: "L'11 marzo del 1977 veniva ucciso Francesco Lorusso. Oggi lo ricordiamo".
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