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Interrotta la strada che porta a San Luca

Dichiarazione choc di un tecnico: "Sono solo le case dei civici 1 e 3, ormai, a sorreggere il portico"

Interrotta la strada che porta a San Luca

Una frana ha quasi interrotto la viabilità di via di San Luca, grosso modo all'inizio della prima curva, laddove il prestigioso portico che conduce al Santuario fronteggia le case contrassegnate dai civici 1 e 3.

Vigili urbani e vigili del fuoco sono prontamente intervenuti per dimezzare la carreggiata, monitorando il traffico e la gravità della situazione attuale e dei possibili sviluppi nelle prossime ore. Per ora, regolato da un semaforo d'emergenza, la via è percorribile in senso unico alternato.

In realtà, sono almeno 3 anni - a detta dei residenti - che vengono segnalate al Comune le criticità dell'asfalto in quei punti, dove erano e sono vistose le crepe che hanno indotto il fondo stradale a rovinare all'interno del giardino del caseggiato del civico 3.

Ciò che è più sorprendente, però, è che lo smottamento non solo ha evidenziato la presenza di una fognatura e di un canale di scolo distrutti, con la conseguenza che l'acqua penetra e potrà ancor più penetrare nel sottosuolo, aggravando una situazione già di per se stessa alquanto compromessa; ma che - ha detta di uno dei tecnici intervenuti - sarebbero addirittura le stesse fondamenta della casa invasa dai detriti e di quella che la precede, al civico 1, a reggere l'intera struttura della strada e del portico. In altre parole, senza la "diga" di quelle due costruzioni, il Portico di San Luca, patrimonio mondiale dell'Umanità, finirebbe, grosso modo, tra le tribune del sottostante Stadio Dall'Ara.

Adesso, si attende di sapere come, al di là della stretta emergenza, il Comune intenda por mano alla messa in sicurezza di uno dei luoghi più belli e frequentati della città.

Inevitabili, anche le prime prese di posizione politiche, prima delle quali quella di Anna Maria Cesari, consigliera di Forza Italia del Quartiere Porto-Saragozza, amareggiata, nell'apprendere come da tre anni fossero stati segnalati i pericoli in quel tratto di strada:  "Questo la dice lunga su quanto il bolognese venga ascoltato dall'amministrazione e tutto ciò fa capire anche come non si vogliano prevenire i problemi, preferendo risolverli col triplo dei costi. Tanto, come si dice, paga pantalone". Almeno, questo l'auspicio della Cesari, che è anche vicepresidente di ComiColli, il comitato nato proprio per tutelare gli interessi di questa parte preziosa del territorio bolognese, c'è da sperare che su "questi lavori, che si presumono rilevanti, non inizi un nuovo ping-pong di responsabilità tra enti: perché serve estrema solerzia, per preservare una perla della nostra città e restituirla subito vivibile per i bolognesi".

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