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ALLERTA METEO
14 Marzo 2025 - 11:37
San Mamolo oggi, dopo la pioggia del mattino
Sarà pure colpa del cambiamento climatico, se oggi le nostre città - e, tra queste, anche Bologna - sono a rischio anche in presenza di precipitazioni di breve durata, ma d'insolita intensità. E fanno certamente bene le istituzioni quando, sulla scorta degli allarmi della Protezione civile, emettono ordinanze che sono funzionali a evitare il peggio, qualora gli elementi della natura si scatenassero nel modo peggiore. Però...
C'è un però, in tutto questo ragionamento, almeno sotto le Due Torri - o meglio, per ora, in collina - evidenziato da quello che è successo questa mattina, quando una breve precipitazione, neppure forte più di tanto, ha dato un minimo di senso all'ordinanza di Matteo Lepore, in base alla quale sono state chiuse scuole e uffici pubblici.
Infatti, in molti punti della città e, in particolare, nella martoriata via San Mamolo, è bastato quello che a Bologna si chiama "squassadino" per allagare la sede stradale e iniziare a rendere pericolosa la circolazione automobilistica. Uno "squassadino", i cui effetti hanno ben poco a che vedere con i maltrattamenti umani del Pianeta, rendendo ancor più evidenti le carenze di manutenzione ordinaria della rete fognaria.
Nel mentre che qui si scrive, il cielo sopra la città ha ancora un aspetto minaccioso, ma non ci sono precipitazioni da oltre tre ore. Molte delle pozze createsi intorno ai tombini, in via Larga come nella zona pedecollinare, sono state assorbite dalle canalizzazioni, il che conferma che non è tanto la quantità d'acqua, a poter creare problemi, ma l'intasamento delle condutture che, evidentemente, vanno in sofferenza al minimo eccesso.
Lamentarsi del destino cinico e baro, insomma, può anche essere legittimo, a fronte di tragedie come quelle dello scorso autunno; ma, alle soglie della primavera, ciò che è sotto gli occhi di tutti dà anche altre spiegazioni, circa i problemi della città. Ed è grave, in particolare nelle aree che sono interessate dai corsi dei torrenti Aposa e Ravone, che le reti di smaltimento delle acque, sostanzialmente, siano rimaste in tutto e per tutto quelle che non hanno retto l'urto di qualche mese fa. Anche perché, se oggi l'allarme dovesse rientrare o rivelarsi infondato, si dovrebbe ringraziare quello stesso destino in altre occasioni insultato, non certo congratularsi con chi ha la responsabilità della cura del territorio.
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