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Moda
15 Marzo 2025 - 18:30
La moda è un mondo in continua evoluzione, ma poche decisioni riescono a scuoterlo davvero. Gucci ha fatto una mossa inaspettata, affidando la sua direzione creativa a Demna, lasciando da parte Hedi Slimane, che sembrava il candidato più probabile. Dopo l’estetica opulenta e ricca di riferimenti storici di Alessandro Michele, seguita dal tentativo di razionalizzazione guidato da Sabato De Sarno, la maison sceglie di cambiare drasticamente rotta, puntando su uno stile provocatorio e fuori dagli schemi.
Ma perché la scelta di Demna è così significativa?
Demna Gvasalia, fondatore di Vetements e mente dietro la trasformazione di Balenciaga, ha ridefinito il concetto di lusso, portandolo in una dimensione che mescola streetwear, sartorialità destrutturata e cultura pop. Il suo stile, amato e contestato allo stesso tempo, ha dato nuova identità a Balenciaga, conquistando le nuove generazioni e trasformando il brand in un colosso commerciale. Ora, con Gucci, avrà l’opportunità di spingere ancora oltre i confini della moda.
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Molti si aspettavano che Gucci potesse affidarsi a un nome come Hedi Slimane, il cui stile minimalista e rock avrebbe riportato la maison su un binario più tradizionale. Slimane ha un curriculum impeccabile: ha trasformato Dior Homme nei primi anni 2000, ha rilanciato Saint Laurent con un’estetica androgina e iper-slim, e ha dato un tocco retrò-chic a Celine. Tuttavia, la sua visione rimane ancorata a un’idea di lusso sobria e raffinata, lontana dalle sperimentazioni iper-moderne che il pubblico più giovane di Gucci potrebbe apprezzare di più.
Inoltre, il gruppo Kering, proprietario di Gucci, ha probabilmente visto in Demna un’opportunità più audace: sebbene le vendite di Gucci siano in calo, l’azienda ha ancora un enorme appeal tra le nuove generazioni, un segmento che Demna sa intercettare alla perfezione. Slimane, con il suo stile più statico, potrebbe non essere la risposta giusta per un brand che ha fatto del cambiamento il suo marchio di fabbrica.
Le opinioni su questa nomina sono contrastanti: da una parte, c'è chi teme che lo stile così fortemente distintivo di Demna potrebbe non essere di gradimento per gli affezionati all'identità storica del marchio, ma dall'altra potrebbe essere la svolta "aggressiva" di cui aveva bisogno per risollevarsi dal calo dell'ultimo anno.
L’arrivo di Demna potrebbe portare Gucci verso una direzione completamente nuova. Ecco alcune ipotesi su ciò che potremmo vedere nei prossimi anni:
Decostruzione e ironia: Demna ha sempre giocato con le silhouette, destrutturando e riformulando i codici classici della moda. Gucci potrebbe adottare una linea più sperimentale e meno nostalgica.
Influenze streetwear ancora più marcate: Vetements e Balenciaga hanno dimostrato che il lusso contemporaneo può essere anche un’interpretazione radicale dello streetstyle. Gucci potrebbe spingersi ancora oltre, distaccandosi dall’heritage italiano per abbracciare una visione più globale.
Collaborazioni fuori dagli schemi: Con Balenciaga, Demna ha rivoluzionato le collaborazioni nel settore del lusso, portando nel fashion brand come The Simpsons, Crocs e Fortnite. Gucci potrebbe seguire la stessa strada, aprendosi a contaminazioni inaspettate.
Narrazioni provocatorie: Le campagne di Demna hanno spesso toccato temi sociali e politici, dalla crisi dei rifugiati all’eccesso del consumismo. Ciò potrebbe portare Gucci a una comunicazione più impegnata e meno frivola rispetto al passato.
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Con questa nomina, Gucci conferma la sua volontà di rompere gli schemi e non rimanere intrappolata nel passato. La sfida sarà quella di mantenere alto il desiderio per il brand senza alienare una clientela già affezionata alle sue precedenti trasformazioni. Demna avrà il compito di bilanciare il suo spirito ribelle con le esigenze di una maison storica.
La domanda ora è: il pubblico e gli investitori seguiranno Gucci in questa nuova rivoluzione? Una cosa è certa: il marchio non ha paura di rischiare. E nella moda, chi osa spesso detta il futuro.
BolognaCronaca.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
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