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POLITICA
20 Marzo 2025 - 13:56
Nicola Stanzani e Daniele Aiello
Sabato mattina, Forza Italia di Bologna si riunirà a congresso, per l'elezione dei coordinatori dei 6 quartieri cittadini. Quale possa essere l'interesse per la città di un evento del genere, lo si dirà in sede di conclusioni, quel che è chiaro, però, è che, almeno per i "forzisti", la campagna elettorale per le prossime comunali inizia questo week-end.
Apparentemente, le assise dirette da Lanfranco Massari e Nicola Stanzani - entrambi fedelissimi di Valentina Castaldini e, rispettivamente, segretario comunale e segretario provinciale del partito - saranno presentate come "unitarie", ma la realtà sarebbe almeno parzialmente molto diversa.
Infatti, tra gli "uscenti", solo quattro saranno quelli proposti per la riconferma; un quinto dovrebbe essere eletto su indicazione del predecessore; mentre sul sesto si consumerebbe la "vendetta" per le posizioni assunte durante la recente consultazione regionale.
Tra i confermati, le posizioni più tranquille sarebbero quelle di Antonio Basile e Moreno Masotti: il primo, consigliere nella circoscrizione Savena, è legatissimo a Stanzani e, al limite, potrebbe rinunciare alle "stellette" di responsabile del partito nello stesso territorio, ma solo nel caso ci fosse da gratificare qualche compagno di cordata; il secondo, invece, gode del generale riconoscimento di dirigente tra i più attivi, per di più su materie tecniche e delicate, come la Sanità, il che lo rende funzionale a tutto il partito. Per altro, Masotti è il coordinatore del Navile, cioè, del bacino elettorale storicamente meno redditizio, per i berlusconiani.
Quelle di Andrea Ventura, al Santo Sfefano, e di Costanza Bendinelli, al San Donato, invece, costituirebbero l'architettura dell'accordo, insieme alla confluenza di tutti sul nome di Marco Grandi al Porto-Saragozza, al posto di Anna Maria Cesari. Con un colpo da maestro, Stanzani - che sarebbe il vero regista dell'operazione - riporterebbe nell'alveo della maggioranza spaccatasi alle elezioni regionali, da una parte, l'area laica del partito, quella capeggiata da Angelo Scavone, a cui è direttamente legata la Cesari, ma anche Ventura; dall'altra, la vecchia componente ex-democristiana, di cui fanno parte lo sempre Ventura - il quale ha un passato nel biancofiore, nella corrente di Pierferdinando Casini - e la Bendinelli, la quale democristiana non lo è mai stata, per ragioni anagrafiche, ma è pur sempre la figlia di Federico Bendinelli, presidente dell'Aci di Bologna, della Campa, ed ex-capogruppo della Dc a Palazzo d'Accursio.
In questa partita, il "guadagno" maggiore, oltre a quello che incasserebbe Stanzani per conto della corrente "ciellina", lo realizzerebbe la Cesari, la quale, nella prospettiva di una sua candidatura alle comunali, si troverebbe ben posizionata sia al Porto-Saragozza - Grandi, chiamato a sostituirla, sarebbe un'indicazione a lei graditissima - che al Santo Stefano, con l'alleato Ventura, cioè, nei due quartieri dove Forza Italia conta maggiormente. Tutto questo, per altro, non preoccuperebbe più di tanto Stanzani, che è anche consigliere comunale del partito e certamente ambisce alla rielezione, ma che si è già misurato con successo contro una sfidante donna - Ilaria Giorgetti -, pur prevalendo per sole due preferenze (646 a 644).
In cauda venenum, dunque, nell'elezione del coordinatore di Borgo Panigale, ruolo ricoperto da Daniele Aiello, leader regionale dei giovani del partito, il quale ha promosso decisamente e senza esitazioni la candidatura di Manes Bernardini, in opposizione a quella della Castaldini per l'ambito seggio di viale Aldo Moro. Sulla testa di Aiello, infatti, si andrebbe a infrangere la pretesa unitarietà del congresso, dato che, per il posto che ricopre nel popoloso quartiere, si è candidato tale Giacomo Forgione. Quest'ultimo è un altro giovane, nel cui curriculum politico non si registrano altre note interessanti, se non quella relativa alla scuola frequentata, il Malpighi, cioè, il regno di Elena Ugolini e fucina di aspiranti politici graditi a Comunione e liberazione, quando non direttamente appartenenti alla nota associazione. Ed è proprio questa origine, unita al fatto che solo a Borgo Panigale ci sarà una contrapposizione di candidature, a dare al congresso forzista di sabato il sapore di una notte dei lunghi coltelli.
Dunque, colpendo Aiello, si tenterebbe di dare il colpo di grazia a Bernardini, vissuto dalla dirigenza ciellina degli "azzurri" bolognesi come una specie di "corpo estraneo" fin dal giorno del suo ingresso nel partito. E ciò a dispetto anche dei numeri, vista l'evidenza solare del fatto che è stata proprio la candidatura dell'ex-leghista ad aver salvato, paradossalmente, il seggio della Castaldini. Bernardini, per altro, pagherebbe anche lo scotto del "riallineamento" della Bendinelli alla segreteria provinciale, ma questo, tutto sommato, era inevitabile. I due, infatti, erano "abbinati" proprio alle regionali, ma la sproporzione tra le preferenze del primo, oltre 2000, e quelle della seconda, circa 200, avrebbe convinto quest'ultima di non esser stata affatto aiutata da Bernardini, rendendo per lei del tutto inutile insistere sulla linea del dissenso.
Concludendo, come può interessare tutto ciò i bolognesi, anche quelli che di Forza Italia non sono o, al massimo, ne sono elettori o potenziali tali? Più di quel che si possa immaginare, dato che, le così dette beghe di partito, condizionano pesantemente le prospettive elettorali generali, tra cui, appunto, le possibilità per il Centrodestra di contendere a Matteo Lepore la poltrona di sindaco nella sfida del 2026 o 2027 che sarà. La "normalizzazione" di Forza Italia, con la mortificazione dell'unica componente di energie fresche, se, da una parte, rafforza il potentato ciellino nel partito, dall'altra, limiterà fortemente il già non particolarmente grande "appeal" di cui gode in città. Il che, unito alla crisi che ancora attanaglia la Lega e al fatto che Fratelli d'Italia, proprio a Bologna città, registra i numeri più bassi di tutta l'Emilia Romagna, può far dormire sonni tranquilli al primo cittadino, non ostante le perdite di consenso tra la gente degli ultimi mesi, causa alluvioni, traffico, cantieri e strani bandi per gli spazi pubblici.
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