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E-Bike, ovvero: quando l'ambiente è solo un pretesto per fare soldi

I numeri smentiscono le dichiarazioni dei vertici Tper

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Tutti gli organi d'informazione cittadini - anche questo - hanno dato risalto al comunicato della Tper, con cui è stata data notizia dell'ingresso di questa azienda, tramite il marchio controllato Corrente, nel mercato dello sharing - chiamarlo noleggio biciclette non avrebbe lo stesso appeal - di E-bike, cioè, di "due ruote" elettriche.

Diversamente dalla vecchia, cara Atc - Azienda trasporti consortili -, Tper è una società per azioni che, pur appartenendo quasi interamente al Comune e ad altri enti pubblici, può ragionare e muoversi con le stesse modalità turbo-capitaliste di qualsiasi altra azienda italiana o straniera. Dunque, nulla di strano che miri, nel territorio in cui agisce, ad allargare il proprio giro d'affari e ad aumentare i propri profitti. Anche noleggiando le biciclette.

Però, infastidisce come, nel solco delle ideologie amministrative - è difficile definirle diversamente - del "padrone" - o azionista di riferimento, se si preferisce quest'altra espressione -, Tper gabelli questa sua intenzione di fare più soldi come un modo per aiutare l'ambiente, intendendo con questa espressione quell'insieme di cose che gioverebbero alla salute di tutti. 

Infatti, hanno spiegato i vertici aziendali, le 250 e-bike dovrebbero essere di ausilio, principalmente, ai detentori di abbonamento autobus, i quali, dopo aver compiuto una tratta sul mezzo pubblico, potranno o potrebbero raggiungere casa, ecologicamente, usando una di queste nuove bici elettriche. Tra l'altro, in quel caso, gratis, da momento che, per loro, l'uso di questa novità sarà gratuito, per due volte al giorno e, cioè, per l'andata e per il ritorno.

Tale è la convinzione dei vertici Tper, circa la bontà della loro iniziativa, dal portarli ad affermare, no senza solenne certezza, che si tratterebbe di "un modo per accelerare ancora sull'intermodalità e introdurre un nuovo prezioso strumento per ridurre l'utilizzo dell'auto privata contribuendo a decongestionare il traffico e a migliorare la qualità della vita e dell'aria".

Però, esistono anche le calcolatrici, senza contare che, data l'elementarità dei numeri in oggetto, qualcuno può fare questi conti anche a mente.

Quante fermate di autobus esistono a Bologna? Non meno di 1000. Dunque, se quella sopra detta fosse l'intenzione reale dell'azienda, mediamente solo 1 su 4 degli abbonati che, servendosi della prima corsa di giornata, decidessero di far l'ultimo pezzo di strada in e-bike per raggiungere la scuola, l'università o il luogo di lavoro, potrebbero avvalersi di una di queste bici.

Gli abbonati delle corse immediatamente successive - ipotizziamo la seconda e la terza. E parliamo sempre e solo di quel 25% di fermate dove c'era nei pressi una e-bike disponibile -, invece, non potrebbero già più farlo. Infatti, per un secondo giro, sarebbe necessario attendere che, dai 250 punti diversi in cui si troverebbero parcheggiate da coloro che le hanno usate per primi, altri utenti del tram decidessero di raggiungere la fermata, cogliendo al volo l'occasione. Dunque, dai potenziali 250 utenti della corsa iniziale, si passerebbe rapidamente, ora dopo ora, alle poche unità per le corse successive. Poche unità del 25% dei potenziali viaggiatori, visto che il 75% sarebbe comunque impossibilitato a prescindere dai percorsi dei primi.

Insomma, l'intermodalità e l'ambiente non c'entrano nulla con questa operazione che, a ben ragionarci, non diventerebbe certo più funzionale se anche il progetto partisse con la disponibilità quadrupla, cioè, di un mezzo per fermata.

Per altro, se un cittadino ha l'abitudine di usare l'autobus, per recarsi a scuola, al lavoro o altrove, certamente non usa l'auto per andare alla fermata e salirvi sopra e men che meno per raggiungere esattamente il luogo desiderato, una volta sceso.

Di contro, una intermodalità siffatta non può certo costituire l'alternativa alla macchina se, per compiere questi percorsi quotidiani, altri hanno la necessità di usare la macchina. Infatti, chi oggi non trova pratico l'autobus - magari perché le fermate di arrivo sono distanti dalla destinazione -, certamente non può decidere un domani di cambiare la sua routine, affidandosi alla speranza di trovare una e-bike disponibile proprio alla sua fermata ed esattamente all'orario del suo arrivo

Gli effetti positivi sul consumo di carburante e la conseguente produzione di inquinamento delle e-bike di Corrente, insomma, è pari allo zero assoluto.

Se, invece, si considera il servizio e la convenienza per l'utente non abbonato, cioè, per quello che decide di usare queste e-bike in alternativa a qualsiasi altro mezzo, la questione diventa addirittura ridicola. Invece di premiare chi disperderà nell'aria sudore e fatica, invece di gas di scarico, spenderà il doppio di colui che, non ostante gli aumenti, salirà sul bus. Infatti, a fronte dei 2.30 euro per un'ora e 15 minuti di viaggio, all'elettrociclista se ne chiederanno 2 per 30 minuti! Sono cifre funzionali a una pretesa politica per l'ambiente, queste?

Infine, quanto costino le e-bike comprate da Corrente, ora come ora, non si sa. Mediamente, si possono trovare in commercio anche sotto i 500 euro. Quelle utilizzate per un servizio di sharing certamente saranno più care, anche se l'acquisto per lotti le rende sicuramente più convenienti. Ebbene, a 4 euro al giorno - una mezz'ora all'andata e una al ritorno -, solo un deficiente si metterebbe a usare con costanza bici elettriche a noleggio, visto che, dopo soli sei mesi, se ne sarebbe acquistata una tutta sua, di una qualità al prezzo medio di 700 euro e più. Di contro, ammesso che Tper abbia pagato altrettanto per le e-bike che metterà su strada a fine marzo e ipotizzando mediamente anche solo 12 ore di uso quotidiano da parte dell'utenza, non sarà arrivato il 15 aprile che già avrà recuperato l'investimento, ricavando poco meno di altri 17 mila euro a bici nei restanti giorni di esercizio dell'anno, incassando complessivamente - sono 250 - oltre 4 milioni di euro

Un ottimo affare, ma che non si dica che lo si fa per l'ambiente. Come al solito, è solo una questione di soldi.

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