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POLITICA
22 Marzo 2025 - 16:19
Emanuele Federici, leader cittadino dei giovani di FI
Non si è fatto a tempo a chiudere il portone dell'aula del Quartiere Porto-Saragozza, dove stamane si è tenuto il congresso cittadino di Forza Italia, e già gli strascichi polemici assumono la veste di comunicati stampa, con cui si contestano i risultati delle assise.
Ad aprire il fuoco di batteria, i giovani del partito, umiliati dalla defenestrazione del loro leader regionale, Daniele Aiello, dal ruolo di coordinatore del Borgo Panigale, incarico tutto sommato secondario, per lo stesso Aiello, ma che i vertici del partito avevano messo in discussione, nel tentativo di ottenere da lui un cambio al vertice cittadino proprio dell'organizzazione giovanile.
"Facciamo questo comunicato - scrivono ora Emanuele Federici e Nico Petazzoni, coordinatori cittadino e provinciale dei Berlusconi-boys -, poiché ci è stato impedito di intervenire, durante il dibattito, per un cambio di scaletta operato poco dopo la nostra iscrizione a parlare". Una variazione nel programma che, secondo loro, è stata necessaria solo per "silenziare il dissenso, rimandando le dichiarazioni dei membri della segreteria alla fine dei lavori e spogliandole di qualunque significato". Ed è per questo motivo, chiariscono i due, che la nutrita pattuglia giovanile ha "abbandonato la sala in segno di protesta verso questi modi illiberali".
"Vogliamo allora intervenire da queste pagine - continua la lunga nota - liberi dalla censura, poiché la nostra coscienza e il nostro senso di giustizia ci richiedono di dover intervenire con una dichiarazione a sostegno del nostro coordinatore regionale, Daniele Aiello. Lo vogliamo innanzitutto ringraziare per l’integrità morale e politica, qualità non scontate come abbiamo potuto vedere anche oggi, che ha ancora una volta dimostrato in quest’ultima settimana. Daniele è un leader vero, che guida con l’esempio, che ricopre i suoi ruoli, non rimanendo nella torre d’avorio, ma essendo a fianco di tutti: dal più importante dirigente all’ultimo militante. Il nostro ringraziamento va inoltre al comportamento che ha avuto nell’incontro di finta mediazione chiesto dall’ormai attuale segretario del Borgo-Reno, che avrebbe ritirato la sua candidatura, se il coordinatore giovanile cittadino fosse stato rimosso".
Per altro, i due coordinatori non mancano di sottolineare la "sfrontatezza" di chi avrebbe chiesto ad Aiello la testa di Federici, trattandolo come una "merce di scambio", davanti allo stesso interessato.
"Sono infatti questi, in buona parte almeno - lamentano Federici e Petazzoni -, i metodi politici della nostra dirigenza ciellina: l’insidia, la discordia, il compromesso a ribasso quando non un vero e proprio ricatto, l’ipocrisia; tutto ciò che è contrario agli ideali cristiani, quali per esempio la bontà o la fratellanza, di cui tanto si riempiono la bocca. Deve essere noto a tutti il motivo di questo tentativo di divisione e di zizzania: il movimento giovanile rimane l’unica realtà nel panorama forzista cittadino ad aver conservato una sua autonomia e una sua coerenza. L’impadronirsi del nostro gruppo avrebbe significato per loro il capolavoro del loro piano diabolico: soffocare nelle loro spire l’ultima entità non al loro servizio e impadronirsi ancora di più di Forza Italia Bologna".
Se le mire di Valentina Castaldini e Nicola Stanzani sul movimento giovanile fosse andato in porto, per i responsabili dell'organizzazione sarebbe stato come "uccidere" Forza Italia, chiudendola all'interno del "loro circolo oligarchico, in cui si sentono onnipotenti e dove, senza pluralità, possono servirsi del partito come vogliono, usarlo a proprio uso e consumo, specialmente per farsi eleggere e non rispondere a nessuno e tanto meno mostrare riconoscenza o spendersi per quel partito che ha permesso loro di stare dove sono".
Inoltre, per prevenire la scontata critica circa la legittimità dell'elezione di Giacomo Forgione, i coordinatori evidenziano come "non si stia contestando il principio congressuale, ma le modalità false e distorte con cui viene applicato: si è andati uniti per acclamazione, per confermare gli amici degli amici, mentre non si è vista l’ora di allestire, per il Borgo-Reno, un ignobile plotone di esecuzione".
In conclusione, riaffermando la volontà di continuare la battaglia politica all'interno del partito, Federici e Petazzoni concludono: "Ci siamo avvicinati alla politica, ormai quasi quattro anni fa, per vedere quali applicazioni e quali riscontri potessero avere, nella realtà, le ideologie e le teorie politiche. Ci piange il cuore constatare che la realtà bolognese di Forza Italia applica questi ideali nel modo più oscuro e meschino possibile. Troviamo, inoltre, ancora più sconfortante come persone - evidentemente non del giovanile -, le quali credevano in queste nostre tesi ed erano al nostro fianco nel sostenerle, invece, oggi si siano fatti inghiottire, più o meno coscientemente, da questo sistema asfissiante".
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