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POLITICA
23 Marzo 2025 - 20:01
Non si placano le polemiche interne a Forza Italia, all'indomani del congresso cittadino che ha riconfermato 4 coordinatori di quartiere su 6, eletto un quinto, al Porto-Saragozza, nell'ambito di un accordo unitario tra quasi tutte le componenti del partito, dividendosi, però, sulla scelta che divideva la maggioranza dal gruppo che ha sostenuto Manes Bernardini, alle ultime elezioni regionali.
A gettare benzina sul fuoco, rispondendo per le rime a Daniele Aiello, è Morris Battistini, vice-coordinatore provinciale del partito, il quale, se non altro, ha il merito di non protestare - come hanno fatto Valentina Castaldini e Nicola Stanzani - l'aver cercato e men che meno ottenuto la "unità" del partito, con le assise di sabato mattina, rivendicando il diritto della maggioranza di proseguire lungo la strada da tempo intrapresa: "Il punto centrale della questione non è la pretesa di unitarietà nel congresso di quartiere - scrive nell'incipit di un lungo comunicato -, ma il modo in cui Daniele Aiello interpreta il suo ruolo politico. Essendo coordinatore regionale dei giovani, il suo compito dovrebbe essere quello di formare, sostenere e accompagnare nuovi talenti, non certo ostacolarli per una smania di incarichi. Un vero leader accoglie chi si avvicina con passione e capacità, lo aiuta a crescere e ne fa un alleato per il bene del partito e del territorio".
Implicitamente, Battistini così conferma come il nodo che non si è riusciti a sciogliere, prima di sabato, sarebbe stata la richiesta, avanzata allo stesso Aiello, di nominare Giacomo Forgione a capo dei giovani di Bologna. Rifiuto, a fronte del quale, la maggioranza ha risposto, sostituendo, alla guida del Borgo Panigale, lo stesso Aiello proprio con Forgione. Anche se Battistini pure: "Aiello, invece, ha dimostrato l’esatto contrario: arroganza, presunzione e una preoccupante bulimia di ruoli, che lo porta a voler controllare tutto senza comprendere il senso profondo della politica. La politica non è accumulare titoli, ma servire gli altri. Se il risultato del congresso fosse stato davvero indicativo di un sostegno diffuso nei suoi confronti, allora i numeri avrebbero dovuto parlare chiaro. E invece, i numeri sono impietosi: 30 a 2".
Un duro attacco sul piano personale, insomma, a cui, per la verità, in parte hanno risposto i giovani del partito cittadino - il loro comunicato, in solidarietà con Aiello , è stato pubblicato ieri - e di cui l'interessato poco sembra preoccuparsi, dato che oggi ha partecipato a un evento nazionale di Forza Italia giovani, presieduto dal leader nazionale, Antonio Tajani.
Battistini, poi, dà anche una sua interpretazione della vicenda di Manes Bernardini: "L’ingresso di Manes Bernardini, se gestito in un altro modo - e qui l'attacco è sempre rivolto ad Aiello, il quale ha sempre vantato l'aver promosso in prima persona la candidatura di Bernandini alle elezioni regionali -, avrebbe potuto produrre risultati cento volte migliori. Invece, abbiamo assistito a mesi di tensioni, a un clima avvelenato, a una campagna elettorale logorante. E alla fine, i risultati sono stati deludenti sia per Bernardini, che doveva essere il grande trascinatore, sia per il partito, che sperava di avere un recordman di preferenze e si è ritrovato con un cavallo da corsa, ma non con un purosangue. E proprio perché Bernardini poteva essere un purosangue, l’atteggiamento di Aiello è stato deleterio per tutti".
Questo passaggio ha un che di curioso, visto che Battistini sembra esprimere quasi delusione per il fatto che Bernardini non abbia battuto alle preferenze la Castaldini, la quale si è avvantaggiata, però, proprio anche dell'aiuto di Morris.
"Non si tratta di celebrare una vittoria né di parlare di epurazioni, come dice lui - conclude Battistini -. Ma la politica, quella vera, quella bella, a volte impone scelte difficili. E queste scelte servono a far crescere i dirigenti. Io spero davvero che Daniele colga questa lezione e ne tragga beneficio. Perché chiunque gli voglia davvero bene avrebbe voluto esattamente quello che è successo ieri: che lui capisse che la sua arroganza e la sua presunzione hanno fatto male a lui, al movimento giovanile, al partito e hanno lasciato dietro di sé solo divisioni e ferite".
In realtà, se un rimprovero viene mosso ad Aiello da qualcuno che sicuramente gli è stato e gli è ancora vicino, è di tutt'altro tenore, rispetto a quello suggerito dal vice-coordinatore: "Daniele ha sbagliato solo nel partecipare a quel congresso - dice il dirigente che, però, non vuole ufficializzare la sua dichiarazione -, perché era chiaro che, non essendo stato raggiunto un accordo, anche se avesse portato a votare gli iscritti che avrebbero potuto sostenerlo, avrebbe comunque perso, vista la decisione di Castaldini e Stanzani di far pesare il loro voto privilegiato in quel quartiere. Anche se, dall'altra parte, non si capisce quale messaggio abbiano voluto inviare e a chi, i due massimi esponenti del partito. Forgione avrebbe vinto anche senza il loro voto e la riposta per Aiello e Bernardini sarebbe stata comunque chiara. Anzi, senza il loro voto sarebbe stata forse più incisiva. Dunque, la sensazione è che si sia voluto palesare un avvertimento a tutti quelli che, sabato, comunque avevano già deciso di riallinearsi. Un avvertimento del tipo: vedete cosa succede, a chi si oppone? Viene asfaltato".
In tutto questo rimbalzare di accuse di illiberalità, da una parte, e di arroganza e arrivismo, dall'altra, quel che diventa difficile capire è come pensi Forza Italia di affascinare quel 15% e più di elettori bolognesi che la Castaldini e Stanzani dicono oggi di voler raggruppare sotto le insegne del partito che fu di Silvio Berlusconi per superare addirittura, raccogliendo almeno il 20% dei voti, Fratelli d'Italia, attuale "dominus" incontrastato del Centrodestra bolognese.
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