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EUTANASIA
25 Marzo 2025 - 18:20
In Emilia-Romagna - come si era già riportato nei giorni scorsi - sono pervenute, si presume nel 2024 tre richieste di suicidio medicalmente assistito, di cui una, con freddo linguaggio burocratico, sarebbe stata "esitata".
Lo ha reso noto Marco Cappato, leader radicale e presidente dell'associazione "Luca Coscioni", nel corso di una conferenza stampa, oggi, il quale ha anche precisato come, per questi casi trattati dalle Ausl della nostra regione, "non è mai stato necessario l’intervento dell’Autorità giudiziaria".
Insomma, pur in mancanza ancora di una normativa chiara, in materia, in Emilia Romagna sarebbe già possibile porre fine alle proprie sofferenze, chiedendo alla struttura sanitaria di condurre chi ne fa richiesta alla morte.
Da ciò, Cappato ha preso spunto per sollecitare Michele De Pascale ad approvare quanto prima, anche sull'onda di quanto accaduto nell'omologo consiglio regionale toscano - omologo politicamente -, una normativa che regoli la delicatissima e spinosissima materia. Per ora, infatti, esistono solo delle linee guida, da seguire nel caso un paziente chiedesse di accedere al suicidio medicalmente assistito, non ostante - rileva ancora Cappato - l'apposita proposta di legge popolare, proprio in Emilia, sia stata sottoscritta da oltre 7300 persone, a fronte delle 5 mila necessarie. Proposta che, però, non è stata ancora nemmeno calendarizzata.
A questa idea di una fuga in avanti dell'Emilia Romagna, però, si oppone Forza Italia, anche se, per voce del leader regionale dei giovani azzurri, si registra un'apertura nel merito: "Serve una legge nazionale bilanciata ed equilibrata - chiosa Daniele Aiello -, non singole regioni che si muovono in autonomia, rischiando così di avere venti normative diverse". "Prima Berlusconi e oggi Tajani - ha aggiunto Aiello - hanno sempre garantito libertà sulle questioni etiche e siamo l’unico partito a farlo. Da liberali, non si vuole imporre a tutti una stessa visione di ciò che è giusto o sbagliato, ma garantire una vera e piena e responsabile libertà, anche nello scegliere di porre fine all'accanimento terapeutico, per non continuare a soffrire indicibilmente, come può accadere".
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