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"Al lavoro": diritti e valore sociale del lavoro immortalati da fotografia e installazioni artistiche

Dal 1° maggio al 18 maggio, lo spazio DumBo di Bologna ospiterà un percorso espositivo sul tema del lavoro

"Al lavoro": diritti e valore sociale del lavoro immortalati da fotografia e installazioni artistiche

Il sogno del posto fisso, testimoniato dagli scatti che ritraggono centinaia di persone durante un mega concorso pubblico, il precariato dei rider, ma anche le stragi sul lavoro, le donne e le lotte sindacali, le disparità e i diritti violati dei bambini, il lavoro agricolo, l'orgoglio dei lavoratori delle cooperative. È il racconto dell'Italia che lavora tra aspirazioni, difficoltà e incognite, che propone la mostra multimediale "Al lavoro": aprirà al DumBO di Bologna, l'1 maggio, "per stimolare una riflessione sui diritti e il valore sociale del lavoro". La rassegna, aperta al pubblico fino al 18 maggio con ingresso gratuito, è realizzata dall'associazione Progetto Comunicazione in collaborazione con l'agenzia fotogiornalistica Prospekt e promossa da Legacoop e Cgil Bologna, Factorcoop, Fondazione Barberini, con il contributo di Fondazione Mast, Gd (Coesia company) e Scs Consulting, il patrocinio del Comune di Bologna, della Regione Emilia-Romagna e dell'Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei. Realizzata per la prima volta a Genova nel 2008, l'esposizione è in arrivo negli spazi rigenerati di DumBo, nell'ex scalo merci Ravone a Bologna, aggiornata e arricchita con nuove immagini, video e installazioni, documenti e reportage, testimonianze, tavole grafiche e opere d'arte, per un totale di oltre 200 materiali. Il percorso espositivo, curato da Francesca Marzotto e Samuele Pellecchia, è suddiviso in sei sezioni - pubblico impiego, cooperazione, lavoro minorile, precariato, sicurezza sul lavoro, lotte - con le immagini storiche di grandi fotografi come Paola Agosti, Gianni Berengo Gardin, Francesco Cito, Lucio Cavicchioni, Dino Fracchia, Fausto Giaccone, Uliano Lucas, Fernando Moleres e Alberto Roveri.

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