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Dopo le occupazioni farsa, flop del corteo anti-punizioni

Solo trecento, professori, sindacalisti e lavoratori compresi, alla marcia dei centri sociali

Dopo le occupazioni farsa, flop del corteo anti-punizioni

Il liceo Minghetti

Un corteo - non solo di studenti, ma anche di professori, ricercatori e lavoratori - ha sfilato in solidarietà agli studenti che hanno occupato il Minghetti. Ma, non ostante l'adesione dei collettivi, dei sindacati di base e degli studenti di altre scuole, l'iniziativa è stata partecipata da non più di 300 persone. Il solo liceo di via Nazario Sauro è frequentato da oltre mille ragazzi...

Insomma, un flop.

La sfilata è partita dal rettorato, in via Zamboni, dove è stata espressa la contrarietà "ai tagli al Fondo per il finanziamento ordinario delle univerisità, alla riforma Bernini, alla precarietà e al riarmo"; passando davanti all'Accademia di Belle arti, dove è stato "detto forte e chiaro che se 800 miliardi verranno stanziati per la guerra, sarà impossibile avere un Centro antiviolenza e tutele reali anche in Ababo". Altra tappa, sotto gli uffici di Ergo, per portare "le centinaia di firme raccolte per avere una mensa gratuita, di qualità, e garantita a tutti". Infine, davanti alla Prefettura, dove una delegazione ha consegnato le firme contro le denunce e le sospensioni rivolte agli studenti "occupanti" del liceo Minghetti e dove, nel pomeriggio, alcuni si sono anche incatenati per chiedere il ritiro immediato dei provvedimenti.

"E' inaccettabile - sostiene il collettivo Cambiare rotta - che coloro che dovrebbero occuparsi del nostro diritto allo studio non facciano altro che tagliare i fondi, tagliare le spese, voltando continuamente le spalle agli studenti mentre fanno grassi profitti sui nostri diritti e necessità. Nel frattempo, le nostre classi dirigenti continuano a spedirci dritti alla guerra, con il silenzio compiacente dei Rettori e degli enti regionali per il diritto allo studio. Per farlo, però, si stanno dotando degli strumenti repressivi per poter reprimere qualsiasi voce di dissenso contro i tagli, le riforme e il riarmo. Lo dimostrano le misure repressive contro gli studenti del Minghetti".

Com'è noto, però, la più dura e inequivocabile condanna delle occupazioni, in particolare del Minghetti, è venuta dai rappresentanti legittimi degli studenti che, pur chiedendo di non infierire sui compagni della scuola che hanno interroto le attività, hanno voluto sottolineare come la stragrande maggioranza degli studenti fosse contraria alle intenzioni e alle azioni dei collettivi estremisti.

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