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L'Italia verso una società senza contante: progressi e sfide

Crescita delle transazioni digitali e impatti economici, ma il Paese resta indietro rispetto alla media europea

L'Italia verso una società senza contante: progressi e sfide

Il percorso verso una società senza contante in Italia sta proseguendo, ma con una crescita ancora contenuta. Nel corso degli ultimi dieci anni, il volume delle transazioni digitali è aumentato di tre volte, passando da 174 miliardi a 471 miliardi di euro. Attualmente, oltre il 40% delle spese delle famiglie italiane è effettuato tramite transazioni digitali, un dato significativamente più alto rispetto al 17% di dieci anni fa. Questo progresso è stato reso possibile da politiche che incentivano l'uso di metodi di pagamento digitali e dall'introduzione di nuove soluzioni come i pagamenti mobili e i dispositivi indossabili.

La pandemia di Covid-19 ha accelerato ulteriormente il cambiamento nelle abitudini di consumo, sia da parte dei cittadini che dei commercianti e delle imprese, favorendo una crescita significativa dei pagamenti digitali. Nel 2023, il settore ha generato un fatturato di 16,8 miliardi di euro, più del doppio rispetto a dieci anni prima, creando anche oltre 34.000 nuovi posti di lavoro, con un incremento del 20,8%. Complessivamente, i benefici economici derivanti dalla digitalizzazione dei pagamenti, come i risparmi sui costi e i vantaggi per le industrie, sono stati stimati in quasi 40 miliardi di euro negli ultimi dieci anni.

Il report della Community Cashless Society di Teha Group sottolinea i progressi, ma evidenzia anche le difficoltà ancora presenti. Nonostante i miglioramenti, l'Italia è ancora distante dalla media europea. Se i tassi di crescita attuali dovessero rimanere invariati, si prevede che l'Italia raggiunga la media europea di transazioni digitali pro capite solo nel 2038.

Secondo l'indice Cashless Society, che misura la diffusione dei pagamenti digitali in Europa, l'Italia si colloca al 20° posto, il miglior risultato di sempre. Tuttavia, è ancora distante da Paesi come la Spagna (10°), la Germania (11°) e la Francia (16°). Inoltre, il volume delle transazioni cashless in Italia rappresenta solo il 25% del PIL, mentre la media europea è del 28%. Anche l'importo medio delle transazioni digitali in Italia è superiore di 11 euro rispetto alla media europea, suggerendo che c'è ancora margine di miglioramento.

Un altro segnale positivo riguarda l'indice di intensità del contante, che misura l'uso del denaro contante in ogni Paese. Quest'anno, per la prima volta, l'Italia è uscita dalla lista dei trenta Paesi con il maggiore utilizzo di contante, salendo al 31° posto, con un miglioramento di tre posizioni. Tuttavia, il livello attuale rimane ancora superiore alla media europea (+1,6 punti).

Un problema persistente riguarda l'economia sommersa, che è aumentata del 9,5% negli ultimi tre anni, superando nuovamente i 200 miliardi di euro. Questo fenomeno è legato all'evasione fiscale, che ha un impatto negativo sulle entrate statali. L'Italia ha registrato il peggior gap IVA (differenza tra l'IVA dovuta e quella effettivamente riscossa) in Europa nel 2022. Infatti, l'Italia ha rappresentato il 18,3% del gap IVA europeo, con un'evasione fiscale che ha raggiunto i 16,3 miliardi di euro.

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