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12 Aprile 2025 - 21:50
Marco Affatigato, all'epoca degli Anni di piombo
Marco Affatigato è morto, a Nizza, questo presumibilmente suicida questo pomeriggio, nella sua casa di Nizza. A trovarne il corpo esanime è stata la fidanzata attuale, rientrando nell'appartamento dove viveva la coppia.
Toscano, originario del lucchese, Affatigato è stata una delle figure più controverse dell'"estremismo nero", anche a causa dei suoi particolari rapporti con diverse agenzie di sicurezza, italiane e francesi.
Condannato per favoreggiamento a favore di Mario Tuti, il caso più eclatante che lo vide coinvolto fu la tragedia di Ustica, nella quale fu oggetto di un clamoroso depistaggio organizzato dai servizi segreti italiani.
Poche ore dopo l'attentato, nella mattinata del 28 giugno, una voce anonima, con una telefonata al Corriere della Sera, rivendicò l'attentato a nome dei Nar, "svelando" come sul Dc9 dell'Itavia, sotto falso nome, viaggiasse proprio Marco Affatigato, il quale avrebbe dovuto raggiungere Palermo, evidentemente portando con sé un ordigno che, esplodendo, avrebbe provato la tragedia. L'uomo, il quale si trovava in Francia, capita al volo l'antifona - era prevedibile facilmente come, coloro che avevano orchestrato la falsa rivendicazione, avrebbero immediatamente tentato di eliminarlo e farlo sparire -, si fece immediatamente identificare come vivo dalle autorità transalpine, mettendosi anche in contatto con la madre e con altri soggetti in Italia, all'evidente scopo di salvarsi la vita.
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Probabilmente, fu proprio quel tentativo di depistaggio tanto goffo e grottesco a far sì che, di lì a poco, si iniziò a "cercare" un'altra causa per il disastro di Ustica, essendo chiaro che, se si fosse insistito sulla bomba, non si sarebbe potuta certo addossare comodamente la responsabilità alla stessa area eversiva già coinvolta, in modo tanto dilettantesco, già all'indomani della tragedia.
Successivamente, come altri nomi degli "anni di piombo", anche quello di Marco Affatigato ricorse spesso nelle inchieste e nei processi per i fatti del "terrorismo nero", compresa la Strage di Bologna.
In realtà proprio sul finire degli anni '70, quando assolveva al servizio militare, fu proprio nel capoluogo emiliano e precisamente nella sede del Msi-Dn che Marco Affatigato venne scoperto essere sicuramente legato ai servizi segreti italiani. Essendosi messo a frequentare saltuariamente la federazione di vicolo Posterla, vestendo regolarmente da "najone", come si usava dire all'epoca, un giorno s'imbatté nell'allora consigliere regionale e segretario del partito in Emilia Romagna, Alessandro Mazzanti, il quale chiese al ragazzo toscano come mai - in modo all'epoca alquanto insolito - frequentasse la sede in divisa militare. Affatigato, rispose di essere vestito così, in quanto in "libera uscita". Alla successiva domanda, però, circa la caserma dove avrebbe assolto i suoi obblighi di leva, Affatigato rispose imprudentemente di essere in forza in una caserma di via Mattei - la "Chiarini", attualmente trasformata in un centro per l'identificazione degli immigrati irregolari - che, però, ai vertici missini di Bologna era ben nota per essere una delle centrali dei servizi segreti in città. Dunque, fu apostrofato come provocatore e cacciato in malo modo dalla federazione della Destra, dove smise di farsi vedere.
Insomma, una vita complicata e controversa, segnata anche da vicende di rilievo penale non politico, che, per di più, non è terminata nemmeno con la sua morte, dato che la Polizia francese, data la caratura del personaggio, ha subito aperto un'indagine per appurare con precisione ora e causa del decesso.
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