fatti e notizie
Cerca
EVENTI
14 Aprile 2025 - 10:04
Il manifesto dell'evento di questa sera
Sono trascorsi quasi 47 anni esatti - era il 30 aprile 1978 - da quando la Rai, sul primo degli unici due canali che, all'epoca, costituivano l'intero universo televisivo per quasi tutti gli italiani, mandò in onda uno sceneggiato diretto da Pupi Avati - "fiction" è un termine che allora nessuno si sarebbe neanche immaginato di utilizzare -, riscuotendo un successo strepitoso: "Jazz band".
Tre puntate per riassumere la storia, in gran parte vera, di un gruppo di ragazzi che, da autodidatti, agli inizi degli anni '50, animati da una sconfinata passione per quel genere, costituirono una piccola orchestra - la Rheno Dixieland Jazz band -, vincendo il primo Festival europeo del Jazz a Cap d'Antibes, nel 1960, e dando il via a un'avventura musicale che continua tutt'ora, 73 anni dopo le prime, acerbe "strimpellate".
Tra quei ragazzi, oltre allo stesso Avati e a un giovanissimo Lucio Dalla, c'era anche Checco Coniglio che, questa sera, al "Bravo cafè", presenterà il suo "Jazz band" (edito da Minerva edizioni. La serata, con inizio alle 19.30, è patrocinata da Associazione proprietà edilizia - Bologna e dalla Fondazione Giorgio Morandi), un libro che racconta la sua storia e quella di un'intera generazione di interpreti del ritmo sincopato e della tecnica swing che, di fatto, sono riusciti a trasformare Bologna nella capitale italiana di questo stile che, da New Orleans, dagli anni '20 del Novecento, ha conquistato il mondo intero.
Con Checco Coniglio (ritratto qui sotto col suo inseparabile trombone, in un recente concerto tenuto sempre al Bravo Cafè) riassumiamo, in questa intervista, alcune tappe di questa affascinante storia.
Com'è stato possibile che una città come Bologna, ancora molto provinciale, sia diventata la capitale del Jazz italiano?
La grande fortuna del Jazz nel nostro Paese e a Bologna, quindi, anche la nostra fortuna, furono personaggi come Alberto Alberti e "Cicci" Foresti, impresari capaci di organizzare locali, eventi, festival che promossero la diffusione di questa musica, tessendo e intrattenendo rapporti con tutti i più grandi artisti americani dell'epoca e riuscendo a portarli in Italia. Ancora oggi, in questa città, ci sono più di 10 locali che programmano il Jazz regolarmente lungo tutto l'arco dell'anno, per non parlare del Bologna Jazz festival o di quello di Porretta.
Non solo per ascoltarli, ma anche per suonarci insieme...
...esatto. Le esperienze che abbiamo fatto in questi settant'anni e passa di attività sono innumerevoli e straordinarie, suonando assieme a personaggi del calibro di Chet Baker, Gerry Mulligan, Wild Bill Davison, Kenny Davern, Bob Wilber e tanti, tantissimi altri che ricordo nelle pagine che ho scritto.
Nel 1972, assieme ad Avati e a Nardo Giardina, Gherardo Casaglia, fonda la Doctor Dixie Jazz band, con la quale avete letteralmente girato il mondo. Quel che, in parte, ancora sorprende, è che nessuno di voi era musicista di professione.
Infatti, come tanti degli autori jazz del nostro panorama. Solo Lucio Dalla, diventando quel che è diventato nella musica leggera, ha vissuto di musica. Lo stesso Pupi ha vissuto sì d'arte, ma di cinema. Giardina era un medico, io lavoravo nel mondo assicurativo, altri era professionisti in altri campi.
Celebri, a Bologna e non solo, sono state anche le vostre "cantine", nell'ultima delle quali, in via Cesare Battisti, suonate ancora.
E dove "paga chi suona", perché il pubblico è ospite graditissimo dei musicisti. Fino a qualche anno fa, lì, abbiamo suonato per decenni lì tutti i venerdì dell'anno, con poche rare eccezioni. Adesso, una volta al mese. E in quella cantina abbiamo suonato con tanti amici che costituiscono la storia del Jazz italiano e internazionale.
Il suo rapporto di amicizia con Avati perdura tutt'ora, giusto?
Certo! Non abbiamo mai smesso di frequentarci e di collaborare. Lui, ormai, non suona più da almeno vent'anni, ma, quando fa le sue conferenze sul cinema e sulla sua straordinaria avventura artistica, vuole che la Doctor Dixie partecipi, alternando la narrazione con stacchi musicali che arricchiscono l'evento.
Nel suo libro si parla di una grande storia - tra l'altro, non facciamo l'elenco completo dei musicisti che hanno suonato insieme a voi, per lasciare ai lettori del libro il gusto di scoprirlo da soli -, ma che non riguarda solo il passato: il Jazz a Bologna è ancora un qualcosa di vivo e pieno di energia, che avrà certamente un futuro, no?
Non ha idea di quanti ragazzi ci chiedano ancora di suonare con noi, per coltivare e migliorarsi in questo genere. Questa musica - anche se tanti amici e colleghi di altre città stentano a riconoscerlo - avrà a Bologna il suo principale punto di riferimento per molto tempo ancora.
Se non vuoi perderti neanche una notizia, entra nel nostro canale WhatsApp!
Clicca qui e ricevi in tempo reale le news più importanti di Bologna e provincia.
Hai una segnalazione da fare? Scrivi direttamente alla redazione! Invia la tua segnalazione.
BolognaCronaca.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Consiglio di amministrazione: Presidente Massimo Massano | Consigliere, Direttore emerito e resp. trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati Email redazione@cronacabologna.it. Fax. 0116669232 |ISSN 2611-2272
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
Nell'anno 2023 sono stati percepiti i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell'articolo 5 del medesimo decreto legislativo.