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Lo strano europeismo della giunta Lepore: cittadinanza onoraria a Ocalan

La Ue annovera il Pkk, fondato dal leader marxista curdo, tra le organizzazioni terroristiche

Lo strano europeismo della giunta Lepore: cittadinanza onoraria a Ocalan

Abdullah Ocalan

Curioso modo di dichiararsi europeisti tra gli europeisti, quello del Partito democratico di Bologna e della giunta di Matteo Lepore

Domenica scorsa, sollevando anche un vespaio sul finanziamento della manifestazione, il sindaco, la sua giunta e il suo partito hanno chiamato in piazza Nettuno il loro popolo a raccolta per inneggiare all'Unione europea.

Oggi, con ancor maggior solennità, nell'aula di Palazzo d'Accursio, gli stessi soggetti hanno conferito ad Abdullah Ocalan, fondatore del Partito curdo dei lavoratori, Pkk, in carcere in Turchia da 26 anni, la cittadinanza onoraria.

Ora, sulla tragedia del popolo Curdo, oggetto del primo tentativo di sterminio del Novecento, tanto ci sarebbe da dire e da scrivere. E, quindi, di conseguenza, molto ci sarebbe da discutere delle lotte, se non delle vere e proprie guerre, che organizzazioni curde hanno ingaggiato, ormai da quasi un secolo, per veder riconosciuti i propri diritti e la propria dignità etnica, culturale ed esistenziale.

Di questa generale storia di conflitto tra Turchia e popolo curdo, fa certamente parte anche quella particolare del Pkk che, però, scelse per combatterla la via del terrorismo. Oppure, per lo meno, Ocalan e il Pkk scelsero di combattere la loro battaglia con metodi che furono - e sono - giudicati terroristici proprio dall'Unione europea. A tutt'oggi, il Pkk celebrato nel Comune di Bologna è il 13° movimento nella lista delle 21 organizzazioni terroristiche elencate dall'apposito documento ufficiale del Consiglio dell'Unione europea.

Senza contare che Ocalan, arrestato in Kenia nel 1999, di fatto, fu consegnato ai servizi segreti di Ankara dall'americana Cia, ma, appunto, dal governo statunitense di Bill Clinton, quello con cui Massimo D'Alema, secondo premier del Partito democratico del nostro Paese, vagheggiò la possibilità, dopo un pranzo fiorentino, di costruire niente meno che l'"Ulivo mondiale"!

Ora, che a Sinistra ci sia l'abitudine a dire - e specialmente a fare - tutto e il contrario di tutto, è cosa ben nota, alla più parte dell'opinione pubblica italiana. A volte, però, come in questo caso, si esagera...

Il Pd sta con l'Europa e con la Nato, per compiacere i circoli politici-finanziari che orbitano intorno a Bruxelles e i facinorosi della guerra e delle sanzioni alla Russia, come si è voluto dimostrare domenica 6 aprile; oppure si schiera con chi quell'Europa, di cui ormai fa parte pure la Turchia che, comunque, nella Nato c'è già,  l'ha combattuta e la combatte anche col terrorismo, come lasciano intendere iniziative come quelle odierne?

In realtà, nulla di tutto ciò o, meglio, nulla di tanto importante. Anche se si tratta, in verità, di qualcosa di ancor più avvilente.

Stamattina, a rappresentare la giunta, non sedeva Lepore, nello scranno più alto dell'aula del consiglio, ma Emily Clancy. E il figlio di Ocalan, Omer, giunto a Bologna per ricevere l'onorificenza, non ha mancato di ringraziare, tra i primi, Detjon Begaj, il quale, della Clancy, è sodale nella rappresentanza politica e istituzionale dei "centri sociali" e del peggior estremismo rosso che ammorba la città di Bologna. 

In altre parole, il Pd, a Bologna come altrove, tiene il piede in due staffe anche in questi casi, perché deve assicurarsi l'appoggio elettorale di frange della Sinistra che, diversamente, diserterebbero le urne, come facevano un tempo. E' una mera questione di consensi, d'interessi da piccola bottega che, però, illustrano bene quanto siano credibili certe professioni di fede europeistica e atlantica o, per usare un'unica espressione che ben le riassume, "neuro-atlantiche".

 

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