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CRIMINALITA'
17 Aprile 2025 - 15:23
Ieri, uomini delle "volanti" e della Squadra mobile hanno tratto in arresto un marocchino di 22 anni, senza titolo per stare in Italia, con precedenti per spaccio di droga e destinatario dell'obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per un arresto avvenuto ad inizio aprile per violenza e minaccia a pubblico ufficiale.
Attenzione, il giovano non è stato arrestato per aver venduto altri stupefacenti o per aver messo nuovamente le mani addosso a qualche agente in divisa. No, no, è stato arrestato perché, da sette mesi, tra una dose ai tossici e un calcio ai carabinieri o ai vigili urbani, perseguitava una conoscente italiana, di 25 anni, minacciandola pure di morte, qualora non avesse accettato di fidanzarsi con lui.
A seguito della denuncia della ragazza, quindi, gli agenti della Questura hanno teso una trappola al marocchino, il quale, presentandosi dalle parti di via Francoforte per tormentarla ancora - per rendere più credibili le sue minacce, precedentemente, le aveva anche inviato un video messaggio, in cui brandeggiava una pistola -, è stato finalmente colto in flagrante e messo in manette.
L'esito felice dell'operazione, però, non risponde al quesito fondamentale che sorge spontaneo, in questa storia: perché un marocchino, immigrato irregolarmente nel nostro Paese, scoperto a trafficare droga e violento - anche nelle more dell'arresto ha fatto resistenza e ha colpito i poliziotti con pugni e gomitate - si trovava ancora nel nostro territorio, per di più a minacciare e stolkerizzare una ragazza?
Possibile che in Italia sia così tanto più facile entrare (illegalmente) che uscire, anche commettendo una pletora di reati e costituendo, di fatto, un pericolo pubblico?
Evidentemente, è possibile, non ostante ci sarebbero delle leggi e delle norme che prevedono l'immediata espulsione. Perché non vengono applicate o perché non si riescono ad applicare?
Si sentono proporre e si tenta di introdurre tante riforme: è così difficile, in qualche settimana o qualche mese, compilare una lista di reati, commessi i quali, anche una volta sola, chi non è italiano viene rispedito senza tanti cavilli e con procedure più o meno istantanee, nel suo paese? Anche - è il caso di dirlo - se proviene da un paese, in cui il sistema penale è peggiore del nostro, visto che non è più accettabile, considerando già tutti i delinquenti nostrani, che si continuino a importare criminali e manigoldi da mezzo mondo.
Si parla tanto di dazi, in queste settimane di turbolenza del commercio internazionale: ecco, il governo italiano cambi finalmente rotta rispetto al passato e imponga draconiani "dazi penali": vieni - invitato o "portoghese" - a casa nostra? Chi si comporta bene, bene; altrimenti, a casa, quali che siano i rischi che corre, tornando da dove è venuto. D'altro canto, chi ha la fortuna di fuggire da un luogo peggiore e se la gioca così male, non merita premure di sorta.
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