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INTERVISTA
18 Aprile 2025 - 17:51
i manifesti dello scandalo
Curiosamente, a Bologna, può succederà che si scateni una polemica feroce tra le forza politiche, a causa di una campagna propagandistica di un'associazione, senza che nessun organo di stampa, almeno tra quelli locali, senta la necessità, per non dire il dovere, di registrare il parere e le posizioni di chi ha dato la stura a tutta la vicenda.
E dire che Genitori sottratti, nel direttivo, vede presente Giovanni Favia, ex-consigliere comunale e regionale, oltre che a imprenditore di una certa rilevanza, in città, il quale, con questa intervista, spiega il senso della campagna promozionale delle attività della sua associazione e annuncia anche nuove iniziative.
Partiamo da queste ultime, par di capire che la contesa tra voi e l'amministrazione comunale, quella che ha visto litigare il vicesindaco, il sindaco contro le opposizioni, a causa dei vostri manifesti, non sia ancora finita.
Tramite i nostri legali, noi abbiamo spedito una diffida al Comune, affinché smetta di diffamarci. Noi non siamo un gruppo che chiude gli occhi di fronte alla violenza che subiscono le donne e men che meno un gruppo che, col suo modo di agire, giustificherebbe i femminicidi. Sono follie, per le quali chiediamo e ci aspettiamo da Emily Clancy e da Matteo Lepore delle scuse formali.
Che, però, non credo che arriveranno. Anche perché i due sono risoluti nel dire che i vostri manifesti, i vostri slogan avrebbero indebolito la lotta contro la violenza di genere. Perché avete scelto quella formula comunicativa?
Bisogna fare chiarezza: i manifesti della Regione, pagati coi soldi di tutti i cittadini, erano precisamente finalizzati a combattere la violenza verbale e psicologica che si crea all'interno delle relazioni sentimentali. Era improntata a promuovere un maggior rispetto, a dare impulso a un'educazione mentale ed espressiva. Ebbene, noi l'abbiamo completata, ritenendo che il rispetto e la lotta alle parole e agli atteggiamenti violenti debba essere combattuta a 360 gradi.
Quindi, non avete contrapposto il maschile al femminile?
Quello di dividere il mondo dei diritti in base al sesso è un vizio, semmai, di chi ci attacca. Esistono i diritti delle donne, così come esistono quelli degli uomini, ma non in questo ambito. Nello spazio che interessa Genitori separati esistono i diritti dei genitori, siano essi madri o padri, uomini o donne, tanto è vero che noi seguiamo casi di padri come di madri e abbiamo iscritti di ambo i sessi e una presidentessa donna, Daniela Martelli Tattini.
Dunque, chi c'è al centro delle vostre attenzioni?
Naturalmente i bambini, i quali hanno diritto di vivere quanto più serenamente il rapporto con entrambi i genitori anche dopo l'eventuale divorzio. Perché, se finisce una storia d'amore tra un uomo e una donna, non deve finire quella tra mamma, papà e figli.
Vi accusano di essere troppo sbilanciati verso i padri, però.
E' la realtà a essere sbilanciata. In questa problematica, la violenza psicologica delle donne verso gli uomini oltre che a essere più frequente, è anche la più sottaciuta. La Clancy, da questo punto di vista, è una delle campionesse di questo nagazionismo che non rappresenta certo il modo giusto per affrontare il problema. Sembra quasi che, a preoccuparsi anche degli uomini, si sottragga qualcosa alle donne, ma è un atteggiamento stupido e anche incoerente, da parte della Sinistra, poiché i diritti degli individui non sono una "coperta corta", come un tempo si predicava proprio in quel lato della politica.
Inoltre, non godete di buona stampa, almeno a Bologna.
Forse, solo a Bologna - e vi ringrazio per essere l'eccezione, in questa città -, dal momento che la nostra campagna ha avuto vasta eco, sarà ripresa in altre città e ci gha visto poter esporre i nostri punti di vista anche in trasmissioni televisive di importanza nazionale. E continueremo a farlo, perché i diritti dei bambini alla bi-genitorialità meritano tutto il nostro impegno.
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