Le strane sorprese delle uova politiche

E' vero, la differenza tra Natale e Pasqua è proprio nella compagnia: rigorosamente familiare a dicembre, la più varia in primavera. Inoltre, la (in)civiltà dei consumi, quella in cui ci stiamo avvitando ormai da decenni, ha abituato la gente a trovare, nel tradizionale uovo che caratterizza il modo di festeggiare la Resurrezione, la più ampia gamma di oggetti, anche di un genere poco attagliato a una ricorrenza che dovrebbe testimoniare il trionfo della Fede e non alimentare la fiera delle vacuità. 

Certamente, i bolognesi non si aspettavano di veder saltare fuori dai virtuali dolcetti della politica neanche uno, ma ben tre candidati a sindaco, per di più in vista di una competizione elettorale che è prevista nel 2027! Eppure, con una raramente errata scelta di tempo - questo giorno è certamente tra i peggiori, per lanciarsi in avventure partitiche e personali -, complice "il Resto del Carlino", Fabio Battistini, in tandem con Andrea De Pasquale e Giorgio Gorza hanno annunciato di voler sfidare Matteo Lepore, nel 2027, in alternativa alle proposte che faranno i partiti del Centrodestra.

Tutti e tre, infatti, si lanciano nella corsa in nome del "civismo", cioè - e questo sembra essere l'unico ragionamento giusto, seppur sempre fuori luogo in questa giornata che a ben altro dovrebbe essere dedicata -, nella speranza di poter riportare al voto quella maggioranza assoluta di elettori bolognesi che, per quanto non sopportino più le politiche portate avanti dall'amministrazione comunale Pd-centri sociali, non riconoscono in Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega un'alternativa credibile.

Una riflessione che, però, avrebbe dovuto e dovrebbe portare all'individuazione di un metodo per l'elaborazione di un programma e la promozione di un nuovo metodo di coinvolgimento della cittadinanza, capaci di ridare entusiasmo a un elettorato ormai sfibrato da arbitrarietà nella gestione del potere, da promesse mancate e da una opposizione che non è capace di contrastare efficacemente alcunché, non certo alla presentazione di nomi. 

Per di più a Pasqua, dove il significato autentico del fatidico"Ecce homo" - Ecco l'uomo! Divenuto metaforicamente il grido di quando si pensa di aver individuato il personaggio giusto per una determinata occasione, dimenticandosi che a pronunciarla fu Ponzio Pilato dopo la flagellazione del Cristo - si svela nell'altra locuzione evangelica e pasquale: "Ecce agnus dei". Ma l'agnello, per quanto possa essere capace di cancellare o peccati del mondo e, quindi, anche quelli di Lepore, è pur sempre l'oggetto del sacrificio: cioè, colui che è destinato a essere bruciato sull'altare a beneficio di altri. 

Per tanto, sarebbe stato meglio e sarebbe meglio pensare ad altro, in questi e nei prossimi giorni, piuttosto che alle elezioni del 2027.

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