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EDITORIALE
20 Aprile 2025 - 21:40
Se a pranzo, per altro, quello di Pasqua, qualcuno avesse potuto scegliere cosa trovare dentro l'uovo che avrebbe aperto, di lì a poco, a Bologna, avrebbe certamente chiesto di veder vincere i rossoblù al Dall'Ara.
Se qualcuno avesse potuto assicurare questo desiderio, spiegando che, però, il regalo sarebbe arrivato a una manciata di secondi dalla fine di una partita intensa, a tratti anche un po' sfortunata e cattiva, con un gesto atletico di rara bellezza e, per di più, compiuto dal giocatore-simbolo della squadra di Vincenzo Italiano - anzi, del Bfc, perché Orsimmenso è ormai un pezzo significativo della storia del club -, il tifoso bolognese ci avrebbe fatto la firma, come si dice, perché certe soddisfazioni hanno un sapore ineguagliabile.
Altri, più competenti e tecnici, analizzeranno l'incontro, valutando le varie situazioni di gioco, il comportamento dell'arbitro, le tattiche adottate dai due allenatori e le dinamiche che si sono concretizzate sul campo.
Qui, bisogna parlare dell'attimo, di quell'istante in cui un calciatore, vedendo spiovere un pallone, per di più "sporco", come si dice in gergo sportivo, torna un passo indietro, rispetto alla posizione precedente, e vede nella sua mente, prima ancora di saltare, il movimento acrobatico che può far esplodere migliaia e migliaia di persone in un boato di gioia immensa. E lo realizza, quel balzo nelle piccole leggende domenicali che fanno del Calcio lo sport più bello del mondo.
C'è un qualcosa di poetico, in certe partite di pallone che, certamente, non manca in altri sport, ma l'intensità con cui viene vissuto da una platea immensa di tifosi e appassionati lo rende comunque unico.
Quando qualcuno non capisce e ha un atteggiamento di sufficienza, per mascherare il proprio imbarazzo nel non prendere atto di ciò che è evidente a tutti gli altri, nella lingua italiana si usa l'espressione: "fare spallucce". La strepitosa mezza rovesciata di Riccardo Orsolini introduce, almeno nel vocabolario sportivo, un'espressione alternativa, per indicare chi s'intestardisce nei propri pregiudizi: "fare Spalletti".
E a chi pensa che dentro le uova di oggi ci sono sempre i soliti regali, si può ben dire che il Bologna ha dimostrato che non è sempre così.
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