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SEDE VACANTE
23 Aprile 2025 - 17:19
Antonio Pappalardo
Ad aver ragione è Raffaele Amato, autore, esperto del mondo cattolico e collaboratore abituale del "2diPicche": "De mortuisi nhil nisi bonum". A esequie ancora da terminare, del caro estinto, si tratta del Papa o dell'ultimo degli umili, non si può che dire bene. E se ha ragione Raffaele Amato, ha certamente torto Antonio Pappalardo.
Chi sia Antonio Pappalardo è presto detto: funzionario del Ministero della Giustizia, direttore della Giustizia minorile in Emilia Romagna e Marche, è colpevole di aver espresso la sua personale opinione - e, quindi, discutibile, ma pur sempre legittima, in una democrazia - sul Pontefice appena defunto. Parere radicale, estremista, se si vuole, ma pur sempre un parere: "Annunciata la morte di antipapa Francesco. Ora fondamentale un conclave pre 2013 per un vero Papa".
Ora, che esista una porzione, nemmeno tanto piccola, di cattolici che, dalle inaspettate e per certi versi misteriose dimissione di Joseph Ratzinger, abbia sempre considerato Francesco un pontefice non del tutto legittimo, è cosa risaputa. Si tratta di un fronte che va da prelati anche di alto rango a personaggi un po' bizzarri come Red Ronnie. Si può pensare di tutto e anche malissimo, di queste persone, ma esistono e hanno una propria visione delle cose che, per quanto possa apparire stramba, non costituisce né reato né altro. Forse, per i più ortodossi osservanti delle gerarchia vaticana - ma è difficile immaginare esponenti del Pd in tale guisa - coloro che mettono in dubbio la legittimità del Papa commettono un peccato. Ma è questione tra credenti.
Di contro, Pappalardo esprime il suo azzardato pensiero e, immediatamente - e strumentalmente, con chiaro riferimento alle polemiche delle settimane scorse sulla gestione del carcere minorile del Pratello, del trasferimento dei detenuti diventati adulti alla Dozza, alla ribellione dei giorni scorsi, ecc. - Sinistra e "La Repubblica" si scatenano, chiedendo che il Pappalardo venga rimosso.
Per ragioni di carattere teologico o di sensibilità religiosa? Giammai: nel Pd il laicismo - di facciata, almeno, è d'obbligo!
Per lesa maestà nei confronti di un capo di Stato straniero? Non sia mai: nel Pd non sono così scemi, da chiedere che qualcuno si dimetta, con una tale motivazione, altrimenti, a tutela di Donald Trump o di Viktor Orban, dovrebbero lasciare i loro incarichi battaglioni, reggimenti di simpatizzanti, iscritti, dirigenti ed eletti del Partito democratico.
No, Pappalardo - come ci spiega bene Sandra Zampa, senatrice del Pd - se ne deve andare base a un semplice, ma chiaro sillogismo aristotelico: Pappalardo attacca Francesco; Francesco ha difeso i migranti; molti migranti delinquono e vengono arrestati e condannati; i migranti sotto la giurisdizione di Pappalardo potrebbero essere svantaggiati dai suoi pregiudizi.
Se si preferisce, si può far riferimento alle dichiarazioni testuali della Zampa, secondo la quale quelle di Pappalardo sarebbero "parole che rivelano gravissimi orientamenti e sentimenti nei confronti dei migranti e in particolare dei minori stranieri non accompagnati dei quali per il suo ruolo è chiamato a occuparsi".
Come si vede, non c'è differenza, tra i due modi di riportare la posizione espressa dalla parlamentare del Pd.
Inutile aggiungere e sottolineare come il ministro Carlo Nordio - col consueto stile dei "centrodestri" in questo tipo di polemiche -, non appena ha sentito il fischio ammonitore dei "centrosinistri", è corso al ministero, con la coda tra le gambe, a disporre una "ispezione", finalizzata a chiarire non si sa bene cosa.
Il che non sarebbe neanche sbagliato, se per tutti i funzionari dello Stato valesse la regola di pensare esclusivamente al loro ufficio e di tenersi alla larga dalle polemiche di carattere politico - nel senso più vastamente inteso - e dall'esprimersi con un linguaggio grossolano. Ma così non è.
Sono quasi quarant'anni che il dibattito pubblico è ingolfato dai pareri di dipendenti del ministero della Giustizia - giudici, pubblici ministeri, ecc. - su tutto lo scibile umano e sono almeno altrettanti gli anni, in cui vi è il sospetto che, come scrive la Zampa, almeno una parte dei magistrati manifestano "gravissimi orientamenti e sentimenti", da cui si fanno condizionare nel loro agire quotidiano. E siccome si sa già che Nordio non manderà ispettori, per esempio, a valutare l'idoneità di chi giudica meno grave la violenza alle donne, se commessa da uno straniero, perché "fa parte della loro cultura"; oppure quella di chi crede che abbia un elevato "contenuto morale" o "sociale" attaccare la Polizia, in certi contesti di manifestazione; meglio avrebbe fatto a lasciar perdere anche con Pappalardo.
In casi come questi, infatti, è bene intendersi fino in fondo, su cosa s'intenda per "gravissimi orientamenti". In teoria - e in Italiano - l'accento dovrebbe cadere su grave e significare, appunto, "che ha peso" e, nel caso in questione, alludere al fatto che sia sconveniente per un magistrato o un alto funzionario dello Stato avere delle idee così "pesanti" e tali da condizionarne l'agire che, invece, dovrebbe conformarsi solo alla legge. In pratica, a fronte di polemiche come quella su Pappalardo, si ha la sensazione che l'accento cada su "orientamenti", nel senso che a far scandalo non siano le convinzioni fin troppo radicate che potrebbero traviare un giudice o un funzionario nell'esercizio dei suoi doveri, ma sempre e solo determinate idee, perché, eventualmente, se si facesse condizionare da quelle opposte, andrebbe benissimo.
Insomma, qui non si tratta di difendere tale Pappalardo o coloro, ai quali Papa Francesco non è mai piaciuto; qui si tratta di prendere atto che, come sempre, ogni occasione è buona, per il Pd, per invocare censure, ostracismi, richieste di dimissioni o di allontanamento per chi non la pensa come loro. Un continuo attentato alle libertà di espressione che sembra, per di più, trovare gli avversari politici impreparati, goffi e psicologicamente sudditi.
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