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25 APRILE

Mattarella bacchetta la Meloni e celebra Ventotene

A Genova, il presidente commemora Luciano Bolis che "riposa ora accanto ad Altiero Spinelli"

Mattarella sculaccia la Meloni e celebra Ventotene

Il presidente Sergio Mattarella (foto Quirinale.it)

Il presidente della Repubblica, nei giorni in cui era esplosa la nota polemica sul Manifesto di Ventotene tra Giorgia Meloni, Partito democratico e le altre forze della Sinistra, era rimasto silente. Sergio Mattarella, sorprendendo un po' tutti, è sembrato - o ha voluto apparire - equidistante, rispetto ai contendenti, apparentemente ligio al rispetto istituzionale che deve o dovrebbe sempre caratterizzare i rapporti tra le diverse magistrature dello Stato.

Invece, per l'inquilino del Quirinale, si è trattato più semplicemente di attendere il momento migliore per "sculacciare" la premier, facendo assumere alle sue parole - misurate e indirette, ma non meno sferzanti, nel significato - un peso gigantesco.

Trovandosi a Genova, per commemorare il 25 aprile, al culmine del suo discorso, Mattarella ha detto: "Anche dalle diverse Resistenze nacque l'idea dell'Europa dei popoli, oggi incarnata dalla sovranità popolare espressa dal Parlamento di Strasburgo. Furono esponenti antifascisti coloro che elaborarono l'idea d'Europa unita, contro la tragedia dei nazionalismi che avevano scatenato le guerre civili europee. [...] Un nome per tutti qui a Genova, quello di Luciano Bolis, esponente del Partito d'Azione, orrendamente torturato dalle Brigate nere nel febbraio 1945, miracolosamente sopravvissuto. Medaglia d'argento al valor militare, riposa ora a Ventotene, accanto ad Altiero Spinelli". 

Non c'è bisogno d'esser "buon intenditor" per capire a cosa e a chi fossero riferite queste poche parola, con buona pace della Meloni, la quale, ovviamente, si è ben guardata dall'entrare in polemica diretta col capo dello Stato, trangugiando il rospo che le è stato servito dall'amara mensa del "colle più alto".

Per di più, Mattarella è esponente di quella Sinistra democristiana che sola può rivendicare l'eredità spirituale di Spinelli, il quale, al di là delle sue candidature ed elezioni nelle liste del Pci, per lungo tempo, nel dopoguerra, trovò e cercò sponde proprio in quel settore della politica italiana, additando ripetutamente i comunisti - in riferimento ai progetti d'unione comunitaria - come politici asserviti a Mosca. 

Insomma, una "lavata di capo" bella e buona.

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