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Maserati, arriva Tavares. I lavoratori temono la chiusura

La Fiom-Cgil indice uno sciopero e un presidio davanti alla fabbrica: "Servono nuovi modelli, non gente che guadagna come mille operai"

Maserati, arriva Tavares. I lavoratori temono la chiusura

Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, è a Modena oggi per visitare lo storico stabilimento Maserati di via Ciro Menotti. La sua presenza, però, non passerà inosservata, poiché la Fiom-Cgil ha annunciato un presidio e uno sciopero di quattro ore proprio durante la sua visita, dalle 8 alle 12, di fronte allo stabilimento del Tridente. Questa azione, dichiarano i rappresentanti sindacali, è la risposta a una crisi industriale che continua ad affliggere Maserati e che, secondo Fiom-Cgil, sembra non trovare soluzioni. Anzi, la visita stessa di Tavares lascia presagire il peggio.

La crisi profonda di per Maserati

La crisi nel settore automobilistico si è aggravata negli ultimi anni a causa di una sovrapproduzione - ammessa anche da Tavares stesso e dalla politica di riduzione, con stop alle fabbriche, avviata da Stellantis -, che si intreccia con una transizione verso l'elettrico percepita ancora come incompleta. Questo fenomeno, che ha colpito vari segmenti del settore a livello europeo e globale, sta facendo sentire il suo impatto anche sull'indotto, e Maserati ne soffre più di altre case di lusso. Secondo Fiom-Cgil Modena, l’attività lavorativa è ridotta al punto che i dipendenti riescono a malapena a lavorare 4-5 giorni al mese, con prospettive poco promettenti per il 2025, dopo un 2024 già definito come "l'anno peggiore di sempre".

La critica di Fiom-Cgil a Tavares: “Maserati ha bisogno di nuovi modelli”

Il sindacato è critico riguardo alla visita di Tavares, definendo la presenza del ceo come poco significativa a meno che non porti in agenda una strategia di rilancio che comprenda il lancio di nuovi modelli per risollevare Maserati. Fiom-Cgil evidenzia il contrasto tra la condizione dei lavoratori e le remunerazioni dirigenziali, sottolineando come il salario di Tavares, pari a 37 milioni di euro, rappresenti l'equivalente di mille operai che lavorano a pieno ritmo. Inoltre, la buona uscita stimata per Tavares, prevista per il prossimo anno, ammonterebbe a circa 100 milioni di euro, "una cifra esorbitante in un momento in cui i dipendenti perdono mensilmente parte del loro stipendio a causa della riduzione delle giornate lavorative".

Oltretutto in quella buonuscita sarebbero comprese quote societarie di Maserati, come se in Stellantis si preparassero - nonostante le smentite di Tavares stesso e poi di John Elkann - a uno spin off del brand o addirittura alla sua cessione. È notizia di pochi giorni fa che un gruppo cinese - forse la Chery - avrebbe avanzato una richiesta di acquisto del Tridente.

Una disparità sempre più marcata

La conclusione della Fiom-Cgil riflette il sentimento di frustrazione tra i lavoratori Maserati: “La crisi non colpisce tutti allo stesso modo; a risentirne sono solo coloro che generano concretamente la ricchezza dell’azienda con il loro lavoro manuale e la loro esperienza.” Questa situazione, secondo il sindacato, rischia di erodere il tessuto industriale di Maserati, azienda che rappresenta un simbolo dell'eccellenza automobilistica italiana.

La replica di Stellantis

Secondo una nota del Gruppo, "L'incontro ha l'obiettivo di avviare un dialogo costruttivo e fattivo con tutte le parti interessate, per creare insieme le basi di un nuovo inizio che favorisca una crescita sostenibile e redditizia per Maserati, l'unico marchio di lusso del Gruppo Stellantis, fondato su valori quali eccellenza, innovazione, tecnologia, design e qualità".

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