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Il caso

Antonino Cannavacciuolo in tribunale a Ravenna per l'uso non autorizzato della sua immagine dal ristorante Saporetti

Lo chef stellato ha scelto di non costituirsi parte civile nel processo, presentandosi invece come testimone

Antonino Cannavacciuolo in tribunale a Ravenna per l'uso non autorizzato della sua immagine dal ristorante Saporetti

Antonino Cannavacciuolo, celebre chef stellato e volto noto della televisione italiana, si è trovato al centro di una controversia legale a Ravenna. La vicenda ruota attorno all'uso non autorizzato del suo nome e della sua immagine da parte del ristorante Saporetti, situato nella pittoresca Marina di Ravenna.

Nel 2018, il ristorante Saporetti, un tempo istituzione della gastronomia ravennate, riaprì sotto una nuova gestione. Tuttavia, la rinascita del locale non fu priva di polemiche. La nuova gestione, composta da un 63enne di Lumezzane e due cubani, un uomo e una donna di 32 e 50 anni residenti a Marina Romea, è finita sotto processo per la violazione dell'articolo 473 del codice penale, che riguarda la contraffazione e l'uso illecito di marchi e segni distintivi. La pietra dello scandalo? L'uso non autorizzato dell'immagine di Cannavacciuolo su camion vela che percorrevano la città, promuovendo il ristorante con una maxi foto dello chef. "Il menu e le mie foto? Non ho mai concesso il loro utilizzo", ha dichiarato Cannavacciuolo in tribunale, sottolineando la sua totale estraneità alla vicenda.

Cannavacciuolo, pur avendo denunciato l'uso improprio della sua immagine, ha scelto di non costituirsi parte civile nel processo, presentandosi invece come testimone. La sua presenza in tribunale ha attirato una folla di curiosi, desiderosi di vedere da vicino la star di "MasterChef" e "Cucine da Incubo". Ma come si è arrivati a questo punto? La storia ha radici in una vecchia puntata di "Cucine da Incubo", in cui lo chef aveva rinnovato un ristorante a Suzzara, gestito dall'imputata 32enne. Dopo il trasferimento della donna in Romagna, il menu creato da Cannavacciuolo sarebbe stato riproposto al Saporetti, insieme alla sua immagine, senza alcun permesso.

La scoperta dell'uso illecito è avvenuta grazie a una fan attenta, che ha informato lo chef tramite un messaggio su Facebook. Da lì, la denuncia e l'apertura di un fascicolo in procura a Ravenna, culminato nel processo attualmente in corso. Nonostante la multa di 300 euro inflitta a Cannavacciuolo per non essersi presentato a un'udienza, il giudice ha successivamente revocato l'ammenda, riconoscendo la legittimità delle ragioni dello chef. Cannavacciuolo, da parte sua, non ha fatto marcia indietro, mantenendo ferma la sua posizione.

Il Saporetti, un tempo meta ambita da vip e turisti, aveva conosciuto un periodo di declino prima della sua riapertura nel 2018. Tuttavia, la nuova gestione non è riuscita a replicare il successo del passato, finendo invece al centro di una controversia legale che ha messo in luce i rischi dell'uso improprio di nomi e immagini celebri.

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