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Indagini su aggressioni razziali: coinvolto un giovane ravennate

Perquisizioni in tutta Italia: sequestrati simboli nazifascisti e armi, coinvolti minorenni e maggiorenni

Indagini su aggressioni razziali: coinvolto un giovane ravennate

Le indagini della Digos di Milano hanno portato alla luce un inquietante scenario di violenza e ideologia estremista. La polizia ha eseguito una serie di perquisizioni, delegate dalla Procura dei Minorenni e dalla Procura di Milano, che hanno coinvolto dieci minorenni e due maggiorenni, tutti indagati per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Tra questi, un giovane ravennate, il cui coinvolgimento ha suscitato particolare attenzione.

Le perquisizioni, condotte con il supporto delle Digos delle questure di Ravenna, Torino, Roma, Firenze, Venezia, Novara, Biella e operatori della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, hanno interessato diverse città italiane. L'operazione ha portato al sequestro di un arsenale inquietante: repliche di armi lunghe e pistole, manganelli telescopici, mazze, tirapugni, coltelli e un machete. Non solo armi, ma anche bandiere e simboli riferibili al nazifascismo e al suprematismo, insieme a materiale cartaceo, cellulari e computer.



L'indagine trae origine da un episodio avvenuto il 19 marzo scorso, quando un minore di origini ucraine è stato arrestato per una serie di aggressioni notturne su una linea metropolitana milanese. Le vittime erano cittadini extracomunitari, e il giovane, di ideologia nazifascista, non si limitava a compiere atti di violenza: esibiva una svastica tatuata sul petto e proclamava a gran voce "i fascisti sono tornati". 

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