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18 Ottobre 2024 - 16:45
Lo scorso 15 ottobre nei boschi di Casina, Reggio Emilia, Marco Gentili, un 68enne del luogo, è stato colpito mortalmente da un proiettile mentre raccoglieva castagne.
Marco Gentili, ex responsabile infermieristico del Sert reggiano, aveva deciso di trascorrere la mattina in un bosco vicino a Leguigno, il paese appenninico dove era tornato a vivere dopo la pensione. Accompagnato da un amico, proprietario di un castagneto, Gentili era intento a raccogliere castagne e marroni. Tuttavia, quella che doveva essere una tranquilla attività autunnale si è trasformata in un incubo. Intorno alle 8.30, tre spari hanno squarciato il silenzio del bosco avvolto dalla nebbia. Uno di questi ha colpito Gentili all'inguine, tranciando l'arteria femorale e causandone la morte per dissanguamento in pochi minuti, nonostante i tentativi di soccorso dell'amico.
Le indagini, condotte dai carabinieri della compagnia di Castelnovo ne’ Monti e coordinate dal sostituto procuratore Denise Panoutsopoulos, si concentrano sull'ipotesi di un colpo vagante. Le armi utilizzate nella caccia al cinghiale sono note per la loro potenza e gittata, capaci di raggiungere bersagli a centinaia di metri di distanza. È plausibile che un proiettile destinato a una preda abbia colpito accidentalmente Gentili, che si trovava a oltre duecento metri di distanza. Attualmente, due cacciatori, zio e nipote di 77 e 53 anni, sono indagati per omicidio colposo. I loro fucili, insieme ad altri utilizzati nella battuta, sono stati sequestrati per essere sottoposti a perizie balistiche, al fine di determinare l'origine del proiettile fatale.
La tragedia ha riacceso il dibattito sulla sicurezza delle attività venatorie, specialmente in condizioni di scarsa visibilità come quella mattina nebbiosa. Le leggi sulla caccia non impongono restrizioni specifiche in caso di nebbia, lasciando ai singoli cacciatori o alle squadre la decisione di procedere o meno. Questo incidente solleva interrogativi sulla necessità di regolamentazioni più stringenti per prevenire simili tragedie in futuro. La comunità di Casina è in lutto per la perdita di Gentili, ricordato con affetto dall'Ausl di Reggio e dalla Croce Rossa di Casina, associazione di cui era volontario. Lascia due figli, un fratello e una sorella, che ora cercano risposte e giustizia per una morte che appare tanto assurda quanto evitabile.
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