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l'interrogatorio
22 Novembre 2024 - 11:05
Nella mattinata del 10 settembre scorso, ha avuto luogo il secondo interrogatorio della studentessa ventunenne Chiara Petrolini, svoltosi presso una sala della Procura di Parma. Il 7 agosto, poco prima di partire per gli Stati Uniti in vacanza con i genitori, avrebbe ucciso suo figlio appena nato, seppellendolo nel giardino della villetta in cui risiede con la famiglia a Traversetolo. Durante l'interrogatorio Chiara, tramite il suo avvocato difensore Nicola Tria, ha espresso ai carabinieri e al pubblico ministero Francesca Arienti la volontà di rilasciare delle dichiarazioni preliminari prima di essere interrogata: "L'ultima volta, l'8 settembre, vi ho detto che non avevo mai partorito in passato, ma non era vero. A maggio dell'anno scorso ho dato alla luce un bambino". Dopo una pausa, ha proseguito: "Il bambino non era vivo al momento della nascita, quindi l'ho sepolto nel giardino, proprio come è accaduto questa volta". All'epoca, il corpo era stato avvolto in "una salvietta", e la fossa era stata scavata "con le mani", "in dieci minuti, non di più".
In quel periodo, precisamente un anno e mezzo fa, Chiara non aveva confidato nulla a nessuno perché era un momento difficile per la sua famiglia e temeva il giudizio dei suoi cari e degli altri. Ha spiegato: "Era un periodo difficile perché mia nonna era malata e io la accompagnavo sempre alle cure, e confessare una cosa del genere mi sembrava aggiungere un peso ulteriore". La giovane, che paga i propri studi lavorando come commessa e bagnina e che in passato è stata catechista, si è trovata intrappolata in un vortice di oscurità e menzogne. "Quando è accaduto di nuovo, non volevo fare tutto da sola, ma non ho chiamato nessuno perché avevo paura. Così ho tenuto tutto dentro", ha raccontato. Le è stato chiesto di spiegarsi meglio a riguardo della "seconda volta" e lei ha confermato: "Sì, anche la prima volta: ma non me l’aspettavo perché non ero neanche fidanzata". Ha chiarito che il bambino era stato concepito con Samuel, suo ex compagno, assistito dall'avvocatessa Monica Moschioni, il quale era ignaro delle due gravidanze e con cui si era "già lasciata quando il bimbo era nato".
Il pubblico ministero ha incalzato Chiara: perché racconta tutto ora? "È giusto che io racconti", ha risposto, spiegando di essere a conoscenza di ciò che "avete trovato" il 7 settembre, ovvero il primo neonato sepolto vicino al secondo. Tale scoperta è stata facilitata dalle indagini che hanno rivelato le ricerche fatte da Chiara su Google riguardo al "secondo parto". Sui resti del bambino partorito nel maggio 2023 sono in corso le analisi del Ris, il corpo scientifico dell'Arma dei Carabinieri con sede a Parma presso Palazzo del Giardino. I risultati degli esami sono attesi nei prossimi giorni, forse ore, per stabilire se il neonato sia stato davvero ucciso o se, come affermato da Chiara, sia nato morto. Chiara ha raccontato che il parto "è avvenuto di notte, nella mia camera. I miei genitori non erano in casa, non ricordo dove fossero. Quella giornata non ero andata al lavoro come babysitter perché avevo mal di schiena e non mi alzavo dal letto". Tutto è accaduto rapidamente. "Quando è nato, ho provato a scuoterlo per vedere se respirava, ma era già morto e ho pensato di metterlo nel giardino". In casa non c'era nessuno, erano circa "le nove, non proprio tarda notte".
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